Attivismo civico & Terzo settore

Sottosegretario Guerra: sul 5 per mille ho detto che…

di Redazione

Caro direttore, quando si parla ad un convegno si corre sempre il rischio di semplificare troppo il proprio pensiero. Mi sembra però che l’articolo “5 per mille, Guerra aperta. Le onp: questo vi pare “spreco collettivo?” pubblicato sul numero scorso di Vita, a firma di Gabriella Meroni, dia luogo ad un vero e proprio travisamento del senso delle mie parole, lasciando addirittura intendere che io consideri uno spreco collettivo le destinazioni che le onp fanno delle risorse che ottengono con il 5 per mille. Cosa che non mi sono mai sognata né di pensare né di dire. Le parole che io ho usato, forse non chiare, forse non condivise, sono state registrate e quindi verificabili da tutti. Le chiederei la cortesia di pubblicarle integralmente, così come sono state pronunciate, con tutti gli anacoluti del caso. Solo di quello che ho detto vorrei portare la responsabilità, non di quello che mi viene attribuito. Di seguito la trascrizione letterale della mia dichiarazione sul 5 per mille:
«Nel finanziamento del terzo settore si è puntato molto su strumenti come il 5 per mille che sicuramente è ben visto, perché è qualcosa rispetto al niente, ma che non è la forma di finanziamento a cui io mi appellerei, nel senso che è un finanziamento instabile, frammentario, in cui si buttano dentro sempre più soggetti che possono avere diritto e che, per come è, non è neanche tanto democratico perché ci sono almeno dieci milioni di cittadini italiani che non possono, attraverso quello strumento, dare risorse e quindi anche indicazioni sulle loro preferenze per un organismo piuttosto che l’altro; banalmente perché il 5 per mille permette di destinare il 5 per mille del proprio Irpef a questi tanti settori che concorrono. Però il 5 per mille è importante perché mette in rilievo come, insomma, il problema anche della raccolta dei fondi stia diventando talmente importante da comportare anche sottrarre, diciamo, risorse umane, attività agli enti del volontariato e anche necessità di impiego di risorse. Una cosa che mi colpisce del 5 per mille è quanti soldi vengano spesi nella pubblicità da parte degli enti che devono attrarre il 5 per mille, quindi c’è uno spreco collettivo da questo punto di vista e una destinazione di quelle risorse in misura, estremamente prioritaria, ad alcune organizzazioni meritevolissime ma allora sarebbe forse meglio dare direttamente quella percentuale che si sa comunque ottengono e risparmiare nella gestione di questo meccanismo complesso. Non sto dicendo che mi pronuncio contro il 5 per mille, sto dicendo che dobbiamo pensare un pochino meglio ai canali di finanziamento e alle responsabilità che questi comportano».
La ringrazio per la sua cortese ospitalità,

Maria Cecilia Guerra, sottosegretario
ministero del Lavoro e delle Politiche sociali


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