Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Antonio Mastrapasqua il maratoneta degli incarichi

di Gabriella Meroni

«Molti pensano che l’Inps sia solo pensioni. Ma le donne e gli uomini che lavorano all’istituto fanno molte cose». Parola di Antonio Mastrapasqua, che dell’Inps è il presidente, e che così recitava in uno spot tv del 2010. Fanno molte cose, diceva Mastrapasqua dei suoi dipendenti, ma tra sé sapeva di essere il primo degli stakanovisti: fino al 2008 era titolare di ben 54 cariche pubbliche e private. Anche volendocisi dedicare anima e corpo, non avrebbe potuto occuparsene per più di 17 minuti al giorno, lavorando 16 ore ovviamente.
Oltre che presidente Inps, Mastrapasqua è stato (contemporaneamente) numero uno di tre società controllate da Equitalia (gruppo di cui l’Inps possiede il 49%), vicepresidente di altre due, amministratore delegato di Italia previdenza (ancora una controllata Inps), oltre a ricoprire un paio di incarichi da consigliere semplice, tre da liquidatore, una decina da presidente del collegio sindacale, 24 da revisore dei conti effettivo, 8 da revisore supplente e tre da sindaco, revisore e consigliere di gestione. Oggi che la parola d’ordine del governo è “sobrietà”, ha conservato “appena” 25 incarichi, anche se il primo vale triplo: con la riforma della previdenza del decreto “Salva Italia” e la relativa fusione tra Inps, Inpdap ed Enpals, è nato un super-Inps che dovrà, nei prossimi 30 mesi, assorbire gli altri due istituti, razionalizzare i dipendenti e gli uffici e diventare un unico organismo efficiente e risparmioso (obiettivo della fusione è tagliare 3 miliardi di sprechi). E chi meglio di Mastrapasqua per portare a termine l’immane compito? È per questo che Monti gli ha prorogato di due anni e mezzo la scadenza del mandato (che doveva terminare a giugno), consentendogli di rimanere ai vertici delle pensioni fino al 31 dicembre 2014 e di gestire in questo modo qualcosa come 400 miliardi di euro.
Ma chi è questo meticoloso collezionista di poltrone? Nato a Roma nel 59, diventato dottore in Economia con una tesi sui fondi pensione (quando si dice il destino), è commercialista con tanto di studio e giornalista pubblicista; è riuscito a dirigere due riviste economiche (una, Grandangolo, l’ha pure fondata) e si è occupato di diversi casi di risanamento aziendale, forte dei corsi frequentati al Simmons College di Boston. Nel tempo libero gli piace correre, tanto da confidare al sito stregatidallacorsa.it che «per chi fa una vita molto impegnativa come me, correre è come una bolla, una dimensione in cui l’io si riappropria di se stesso e si riequilibra». All’Inps si avvicina nel 2002, quando viene nominato amministratore delegato della controllata Italia Previdenza Spa (lo è ancora oggi); nel 2004 invece entra in Inps come consigliere, per non uscirvi più.

Conflitti e interessi
Come ha recentemente scritto sul Corriere della Sera Sergio Rizzo ? che di caste è piuttosto esperto ? il Nostro il conflitto di interessi lo rischia eccome, e su più fronti. Lasciamo stare le quattro poltrone in Equitalia (di cui l’Inps è azionista con l’Agenzia delle Entrate) e liquidiamo come divertissement la carica di sindaco nella casa cinematografica Fandango, mentre gli incarichi in Coni Servizi e in Autostrade per l’Italia ci potrebbero parlare del suo eclettismo; ma addirittura sei poltrone in Telecom Italia fanno pensare a qualcosa di più di una simpatia per questa azienda, così come le cinque del gruppo Eur spa, controllato dal Tesoro e partecipato dal Comune di Roma. E che dire del Consorzio Elis per la formazione professionale, di cui Mastrapasqua è sindaco e di cui fanno parte Eni, Telecom (ancora), Finmeccanica, Anas, Nokia, Acea, Trenitalia, Poste? Non è finita. Super Antonio è pure presidente del collegio sindacale di Groma srl, che appartiene alla Cassa previdenziale dei geometri (proprio così: il presidente dell’Inps controlla i controllori della Cassa geometri).
Ma la vera partita in cui saggiare le doti di equilibrista di Mastrapasqua è quella delle dismissioni immobiliari del patrimonio pubblico, settore in cui Inps è la numero uno in Italia con 1,5 miliardi di immobili di proprietà. Ebbene il presidente Inps ? che di questa partita dovrebbe essere solo innocente spettatore ? è anche consigliere di Fintecna immobiliare e della sua controllata Quadrifoglio Real Estate, società che secondo molti potrebbero avere un ruolo nell’operazione dismissioni, nonché neopresidente di Idea Fimit, società di gestione del risparmio di cui sono azionisti Enpals e Inpdap. Qui la trasparenza bisogna proprio ipotizzarla, visto che secondo voci insistenti Idea Fimit, guarda caso specializzata in fondi immobiliari, starebbe per partecipare all’asta per rilevare il patrimonio abitativo Inps. In pratica Mastrapasqua dovrebbe resistere alla tentazione di vendere gli immobili Inps a se stesso. Qualcuno ci aveva pensato prima di offrirgli questa ennesima presidenza?
Ma lasciamo stare gli scenari. Noi siamo certi dell’onestà e della buona fede di Antonio Mastrapasqua, ma chiediamo: come se la sfanga tra consigli di amministrazione, riunioni e incontri istituzionali? E perché tutti continuano ad appioppargli responsabilità (e prebende: il suo reddito annuale supera abbondantemente i 2 milioni di euro), quasi soltanto lui sapesse sbrigare certe matasse? Se lo è chiesto, tra gli altri, il senatore Elio Lannutti in diverse interrogazioni al governo, l’ultima delle quali, al ministro Fornero, è del 24 gennaio.Tutte sono rimaste senza risposta. Forse anche Fornero ha poco tempo, come Mastrapasqua…


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA