Economia & Impresa sociale 

Liberalizzazioni, niente “lenzuolate”

Ridimensionati e circoscritti i primi tentativi del Governo

di Franco Bomprezzi

Quel che resta delle liberalizzazioni dopo il travagliato esame della Commissione Industria del Senato è oggi al centro delle analisi dei giornali. Una versione annacquata del già tiepido decreto del governo, che ora dovrà passare al voto in aula e poi all’esame della Camera per un voto definitivo, probabilmente su un maxiemendamento del governo con annessa fiducia.

“Accordo su farmacie e taxi” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. Servizi e commenti nelle prime pagine del quotidiano. A pagina 3 una bella tabella riassuntiva spiega punto per punto, confrontando il testo originario del governo con le modifiche apportate in Commissione. In apertura di pagina 2 la cronaca: “Nasce la nuova Autorità indipendente dei trasporti – scrive Lorenzo Salvia – che partirà subito, non entro sei mesi come previsto dal testo uscito da Palazzo Chigi. Ma se le sue competenze generali rimangono più o meno simili, sui taxi il suo ruolo è stato ridimensionato lasciando quasi tutto nelle mani dei sindaci. Sul numero delle licenze e sul livello delle tariffe l’autorità potrà dare un parere che però non è vincolante. E se il sindaco non seguirà i suoi consigli, all’Autorità non resterà che fare ricorso al Tar”. E più avanti: “Farmacie.
Viene eliminata la vecchia pianta organica e sarà quindi possibile aprire nuove farmacie. Il quorum di abitanti necessari passa dai 3 mila del testo approvato dal Consiglio dei ministri a 3.300. Si calcola che sarà possibile aprire tra le 4.800 e le 5 mila nuove farmacie. Le sedi saranno assegnate con un concorso da bandire entro un anno. Proprio il concorso sarà l’occasione per concedere qualcosa anche ai parafarmacisti che, quando il decreto era ancora ai primi passi, avevano sperato di poter vendere anche i medicinali di fascia C, quelli completamente a carico del paziente”. Passiamo alle professioni: “Il testo è stato ammorbidito rispetto alla versione uscita da Palazzo Chigi. Non c’è più l’obbligo del preventivo scritto per gli avvocati e i commercialisti e quindi nemmeno l’illecito disciplinare per chi non lo emette. Il professionista può sempre fornire il preventivo, ma la decisione è lasciata alla contrattazione tra lui e il cliente. Riscritta anche la norma che riguarda l’inizio della carriera negli studi professionali. Il tirocinio non sarà più retribuito fin dall’inizio, come previsto in un primo momento, ma solo dopo i primi sei mesi e nella forma del rimborso spese”. Banche e assicurazioni: “Arriverà il conto corrente gratuito per i pensionati che hanno un assegno inferiore ai 1.500 euro al mese. Chi chiede di accendere un mutuo non dovrà più avere il conto nella stessa banca e potrà scegliere l’assicurazione sulla vita che preferisce, anche se non è tra quelle che la banca gli offre”.  A pagina 3: “Governo soddisfatto. E sul decreto ci sarà la fiducia”. Scrive Marco Galluzzo: “Certamente, aggiungono fonti di governo, al decreto verrà posta la fiducia. Una fiducia tecnica, perché politicamente tutti i nodi sono stati sciolti, non esistono problemi di tenuta della maggioranza. Resta però la possibilità di ripresentare tutti gli emendamenti discussi in commissione anche in Aula e dunque meglio evitare sorprese, quantomeno dopo giorni e notti di faticosa trattativa con i partiti. Una chiosa del sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo rende bene l’atmosfera delle ultime ore: «In alcuni casi è stato un delirio, in molti casi abbiamo usato l’accetta»”.

LA REPUBBLICA dedica una dettagliata pagina di “dossier” sul dl liberalizzazioni che arriva oggi alle Camere. Il titolo cerca di far sintesi: “Altre 5000 farmacie e medicine monodose. Banche, mutui portabili e stop commissioni”. «Protestano un po’ tutte le categorie: avvocati, banche, farmacie, industria farmaceutica. Ma la prova del nove la faranno i consumatori quando verificheranno nella pratica se i prezzi di taxi, farmaci, benzina, gas, compensi ai professionisti, mutui polizze, commissioni sulle carte e sui bancomat, rc auto, conti correnti si abbasseranno sul serio o no. E se i relativi servizi saranno più efficienti». Significativo quanto previsto per la PROTEZIONE CIVILE: “A sorpresa passa un emendamento del Pd (con parere positivo del governo) che esclude del tutto la protezione civile dalla gestione degli appalti per i grandi eventi. Una gestione che, dal 2001 in poi, ha suscitato più di un appetito da parte di fameliche e numerose cricche. «In questo modo, la protezione civile può tornare ad occuparsi di soccorso nelle varie emergenze», è il commento di Luigi Zanda, primo firmatario della proposta”.

IL GIORNALE dedica una pagina alle liberalizzazioni. Gian Battista Bozzo firma “In arrivo il farmaco monodose. Tassa extra sulle grandi imprese”. «Arriverà nel 2013 la «monopillola»: entro l’inizio dell’anno prossimo, il servizio sanitario nazionale punterà sui farmaci monodose, per evitare gli sprechi. È una delle ultime novità del decreto liberalizzazioni, approvate in commissione Industria del Senato. È stata trovata inoltre l’intesa su farmacie e sui taxi, ma resta lo scontro governo-enti locali sulla tesoreria unica». Inoltre «la Protezione civile non si occuperà più degli appalti per i “grandi eventi”». Spazio anche ai taxi, le cui licenze saranno decise dai Comuni e «un emendamento impedisce a chi svolge funzioni di indirizzo, gestione e controllo nelle Fondazioni di sedere, allo stesso tempo, negli organismi di gestione di istituti concorrenti della banca conferitaria». Infine «entro 18 mesi dovrà essere attuata la separazione fra Eni e Snam Rete Gas. I termini del “divorzio” saranno fissati dal governo con un provvedimento attuativo». In taglio basso Francesca Angeli firma “Tira e molla sugli stipendi dei supermanager pubblici”. «La Camera: ok ai tagli, ma rischiano di essere esclusi i vertici di Authority ed enti locali».  

Sul MANIFESTO occhi puntati sul “decreto semplificazioni” e in particolare all’articolo 14 comma 4 dove si “addolciscono” le norme sulla sicurezza. “Le ispezioni saranno «amichevoli», basterà ottenere un certificato per avere l’esenzione, la concertazione avverrà solo con i consulenti indicati dalle aziende, con buona pace dei delegati sindacali” riassume il sommario della falsa apertura in prima pagina che rimanda all’articolo a pagina 7. Allo stesso tema è dedicato anche l’editoriale di Loris Campetti dal titolo “Salva l’Italia crepando”. Alle liberalizzazioni in senso stretto è dedicato un colonnino a pagina 6 dal titolo “Taxi, i poteri ai comuni Ok a 5.000 farmacie”. Alla fine del breve articolo si segnala l’emendamento di Zanda (Pd) che toglie alla Protezione civile la gestione degli appalti per i Grandi eventi per i quali si dovranno fare regolari gare. Tornando all’editoriale di Campetti si legge «(…) Come è noto è la burocrazia (oltre all’articolo 18) a tarpare le ali alle imprese e a tenere lontani gli investimenti stranieri. Troppi controlli e troppi controllori (…)» e ancora «(…) La risposta del governo Monti, invece, prefigura una deregulation dagli effetti devastanti per chi lavora, secondo la filosofia che mette i profitti al di sopra di tutto, anche della vita di chi lavora (…) Grazie a questa filosofia ogni anno in Italia muoiono più di mille lavoratori, una cifra impressionante che nel 2011 è tornata a crescere. È il prezzo del lavoro inteso come generosa concessione dei padroni che bisogna pagare, perché meno si disturba il manovratore e più si produce ricchezza e tutti stanno meglio (…)»
 
IL SOLE 24 ORE dedica alle liberalizzazione apertura di giornale (“Banche, taxi, farmacie: tutte le novità”) e cinque pagine all’interno. “Liberalizzazioni, raffica di novità” è il titolo del servizio a pagina 3: «Un irrobustimento del pacchetto banche con la portabilità dei mutui e lo stop alle clausole sulle linee di credito. Maggiore “spinta” sulle farmacie: quasi 5mila nuove aperture e possibilità di vendere dal 2013 farmaci mono–dose. Frenata sui taxi, con la nuova Authority dei trasporti chiamata a esprimere un parere preventivo, ma non più vincolante, sulle licenze, di nuovo affidate a Regioni e Comuni. Sostanziale rinvio del nodo tesoreria unica a un eventuale emendamento da presentare probabilmente al decreto fiscale, anticipato per ora da due semplici ordini del giorno al Senato per impegnare il Governo a ridurre al minimo la durata temporale della misura. Alla fine di una lunga maratona all’insegna degli stop and go, la commissione Industria di Palazzo Madama ha chiuso la partita dei ritocchi al decreto liberalizzazioni. Non senza novità dell’ultima ora. A cominciare dalla mini-tassa sulle imprese per finanziarie l’Antitrust, dallo stop alla protezione civile per la gestione degli appalti per i grandi eventi e dal “rating antimafia” per le aziende. Il provvedimento oggi approda in Aula al Senato, dove tra questa sera e domani il Governo dovrebbe porre la fiducia su un maxi-emendamento che dovrebbe ricalcare il testo approvato nella notte dalla Commissione dopo aver dato ieri l’ok all’ultima raffica di una trentina di modifiche. Un restyling non proprio di poco conto, dunque».

 “Dietrofront sulle liberalizzazioni”, titola ITALIA OGGI. “Il governo ci ripensa, e sulle professioni cambia marcia”.  Più che entrare nel merito del dl, il quotidiano si lega al tema liberalizzazioni per lanciare il Professional day”, l’evento che la casa editrice ClassEditori lancia per domani, e che chiama a raccolta i professionisti di tutti gli ordini professionali di tutte le città italiane per una grande giornata di “visibilità”: «Non solo Roma, Torino o Napoli, ma anche Trento, Isernia, Teramo. Il tam tam mediatico che ruota attorno al Professional day ha scatenato, infatti, il moltiplicarsi di iniziative anche nei centri più piccoli che non vogliono farsi trovare impreparati all’appuntamento del 1° marzo. Nella città di Trento, per esempio, la sede del Cup presso l’Ordine degli ingegneri che riunirà 23 rappresentanze tra ordini e collegi, è già pronta per accogliere tutti i colleghi della città che vorranno partecipare. Qui, come in altre realtà, la scelta è stata quella di chiudere le porte alla politica perché, spiega Ivo Fadanelli vicepresidente dell’ordine degli architetti di Trento, «è ai professionisti che vogliamo dare la parola per far comprendere a tutti che quando si parla di funzione di sussidiarietà degli ordini non si tratta di demagogia ma di realtà concreta».

Apertura di AVVENIRE sulle proposte legate al fisco, sulla lotta all’evasione “Ci sarà il premio agli onesti” recita il titolo, mentre nel catenaccio si annuncia “Meno evasione, meno tasse. Vantaggi alle imprese «legali»” a questo tema sono dedicate due pagine che si aprono sull’arrivo del “rating di legalità”. Alle liberalizzazioni è dedicato un richiamo “Farmaci e taxi, si trova l’intesa Banche, è stretta”. L’articolo è a pagina 11 con il titolo che recita “Nuovo giro di vite sulle banche” e nel catenaccio “Risolti i nodi di farmacie e taxi. Nulle tutte le clausole sulle linee di credito”, mentre nel sommario si sottolineano i conti gratis ai pensionati fino a 1.500 euro. Accanto all’articolo una colonna spiega le novità: dalla minitassa per le grandi industrie che servirà a finanziare l’antitrust, alla fine della regolamentazione da parte degli ordini delle tariffi. Dalla Protezione civile che perde i grandi eventi allo stop agli incroci di cariche nei gruppi bancari. 

“Liberalizzazioni. Il decreto ha perso i pezzi”, è questa la chiave di lettura della STAMPA che apre così la sezione sul Cresci-Italia. Questi gli altri due titoli portanti alle pagine 7 e 8: “Via libera a 4600 nuove farmacie” e “Taxi, la riforma resta a metà”. Il commento portante a firma di Stefano Lepri (“Al mercato serve un’intesa modello Imu”) parte dalla prima e chiude alla 35. Scrive Lepri: … In Parlamento, l’assalto delle lobby al decreto «Cresci Italia» ha prodotto danni limitati. Ma di misure di questo tipo è soprattutto importante curare l’attuazione… Perciò sarebbe opportuno che, nei prossimi mesi, il governo ci informasse regolarmente se sono rispettate le scadenze amministrative; e, più in là, se esistono già risultati misurabili… Fare le cose a metà può essere dannoso, perché molte misure non producono effetti istantanei. Quanto più vengono deluse le attese di prezzi più bassi, di servizi migliori, di una concorrenza più vitale, tanto più sarà facile agli interessi colpiti tornare alla carica, con la tesi che i benefici promessi non si sono visti… Durante l’esame parlamentare in alcuni casi gli interessi protetti hanno prevalso. Sui taxi decideranno i sindaci, che dei tassisti hanno una paura matta. Certo non si tratta di una questione cruciale, anche perché il numero di licenze risulta insufficiente solo in alcune delle più grandi città. Era importante il principio, di fronte a certi eccessi di arroganza corporativa soprattutto romani. Più grave è il passo indietro per i professionisti. La chiusura delle libere professioni raffigura bene la scarsissima mobilità sociale del nostro Paese, dove gli avvocati sono perlopiù figli di avvocati, e così via. Quando ci sembra che i politici formino una «casta», rendiamoci conto che la politica spesso attrae persone ambiziose respinte da altre «caste» ancor meno penetrabili, e capaci di influenzarla». E infine l’accenno al caso Imu/ici: «Può far da modello la soluzione trovata all’Imu per gli edifici religiosi. Il governo tecnico è riuscito a chiarire che non si trattava di una battaglia tra laici e cattolici, ma di una misura di equità necessaria a far funzionare bene il mercato: gli alberghi religiosi non devono essere favoriti rispetto agli altri alberghi, le scuole private cattoliche rispetto alle scuole private laiche. Anche in altri casi, occorre che il mercato sia uguale per tutti».  

E inoltre sui giornali di oggi:

NO TAV
IL MANIFESTO – “Non Passera” è il suggestivo titolo che gioca con il cognome del ministro che apre IL MANIFESTO con la foto delle manifestazioni in Val di Susa. “Il presidio della Valsusa va avanti, nonostante i lacrimogeni e gli idranti usati contro i manifestanti. Dal Viminale Annamaria Cancellieri invita al dialogo, ma il ministro delle infrastrutture tira dritto: «Il lavoro è in corso e deve continuare come previsto». Dopo la caduta dal traliccio Luca Abbà resta in prognosi riservata”. Due le pagine dedicate, la 2 e la 3, che si aprono con il titolo “La resistenza della Valle” mentre di spalla a pagina 3 sopra una foto di Passera il titolo recita “Se il dialogo è con gli idranti”. Ugo Mattei a centro pagina firma “La polemica” dl titolo “Caro Galli, un treno di luoghi comuni” e l’obiettivo è Carlo Galli che ha pubblicato un fondo su Repubblica sulla questione No Tav. Si può leggere «(…) Se è vero che soltanto i cretini non cambiano mai idea sarebbe forse il caso che la “politica” invocata da Galli riflettesse sul fatto che la “decisione” fu “presa” oltre vent’anni fa in un momento nel quale sicuramente le condizioni economiche erano meno drammatiche di adesso (…) » e conclude «(…) La Tav non è stata mai decisa definitivamente né dalla Francia né dall’Italia né dall’Europa (…) Non è degno di uno studioso della fama di Galli, occultare questa realtà, scomoda soltanto per gli affaristi e gli apparati mediatici che da anni li sostengono».

LAVORO MINORILE
AVVENIRE – Ampio spazio con una foto per la “denuncia” “Londra 2012 Bambini sfruttati per un gadget” come recita il titolo nel sommario si spiega “La denuncia di una rete internazionale di Ong e sindacati: nelle fabbriche cinesi un esercito di operai, spesso minorenni, producono a basso costo e in condizioni di autentico sfruttamento l’oggettistica per i Giochi olimpici in programma nella capitale inglese dal 27 luglio al 12 agosto (…)”. L’articolo si trova a pagina 8 con l’occhiello “Diritti negati” e il titolo “Londra, Giochi pericolosi: «Sfruttati per un peluche»”. Scrive Luca Liverani: «Il peluche di Wenlock e Mandeville, così si chiamano le mascotte olimpiche, costa 20 sterline. La paga settimanale del lavoratore cinese che l’ha prodotto è di 26 sterline. (…) A squarciare il velo che nasconde lo sfruttamento vergognoso che impera nel retrobottega dello splendore olimpionico è un dettagliato rapporto della Campagna Play Fair, cartello internazionale di federazioni sindacali e organizzazioni non governative tra cui la Clean Clothes campaign, la campagna Abiti puliti che sta conducendo da tempo una battaglia contro la sabbiatura dei jeans che provoca silicosi mortali (…)». L’inchiesta è stata condotta in due aziende asiatiche che producono le mascotte e ha svelato tutta una serie di abusi, in violazione anche delle stesse normative cinesi.

BIRMANIA
LA STAMPA – Bel reportage di Paolo Mastrolilli da Yangon (“La Birmania tentata di tradire la Cina”): «…la Birmania si trova davanti ad un bivio storico: continuare le relazioni pericolose del passato, o sostituirle con i nuovi amici europei e americani. Le elezioni del prossimo 1 aprile, se si svolgeranno secondo parametri davvero democratici, porteranno all’allentamento delle sanzioni internazionali. La Ue deve rivedere per legge le sue misure proprio nel mese del voto, e tutto lascia presumere che saranno progressivamente eliminate. Quasi ogni paese occidentale è ai blocchi di partenza, per facilitare l’ingresso delle sue imprese in un paese molto ricco, che ha bisogno di tutto. La Birmania è grande come la Francia e ha circa 60 milioni di abitanti, come l’Italia. Possiede petrolio, gas naturale, metalli e pietre preziose, ma non ha strade asfaltate per trasportarle. Aiutarla, sempre a patto che il processo di riforma continui, significa fare un doppio affare: incassare i proventi della collaborazione economica, e tenere a bada la Cina». 


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