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La Chiesa prende posizione

Il vescovo di Susa chiede di aprire al dialogo

di Lorenzo Alvaro

Serve un supplemento di dialogo «perché quello che si è tentato finora evidentemente ha dato purtroppo risultati ancora negativi». A parlare è il vescovo di Susa, monsignor Alfonso Badini Confalonieri, che aggiunge «quello che si è tentato finora evidentemente ha dato purtroppo risultati ancora negativi» – e suggerisce di provare a farlo anche con gli amministratori contrari all’opera perché altrimenti si tratta di un confronto «zoppiccante». Un commento che, con grande delicatezza, sottolinea come le concertazioni sbandierate dal governo siano andate un po’ diversamente da come raccontano le istituzioni. La presa di posizione dell’alto prelato è avvenuta durante un’intervista su Radio Vaticana riportata in rete da Vatican Insider.

A fianco del vescovo si schiera anche don Ettore De Faveri, direttore de La Valsusa , il settimanale diocesano, quando chiede che «autorità dello Stato e la Regione si sforzino fino all’inverosimile nel cercare un dialogo, perché così non si va avanti». E di farlo cercando sapendo che «i vecchi tavoli, vedi quello dell’Osservatorio non bastano più». Per il direttore si tratta di una necessità: «Certo si può lasciare tutto nelle mani della polizia, del prefetto. Come dire: fate le vostre marce, noi facciamo i nostri sgomberi». Ma questa è una «strada sbagliata, senza una via di uscita. Se non quella di un clima di militarizzazione, da una parte, e, dall’altra, di una guerriglia permanente».

Come sempre la Chiesa è una realtà meagmatica fatta di tante anime. E anche in questo caso la base non è totalmente il linea col proprio vescovo. I parroci della zona, intervistati da Famiglia Cristiana , si spingono più in là. In particolare Don Silvio Bertolo infatti ha spiegato che «i mass media continuano a dire che gran parte dei valsusini è favorevole al Tav e che la protesta riguarderebbe solo piccoli gruppi fanatici. Non è così. La maggioranza della gente è contraria. Sarebbe il caso di fare un referendum nei paesi». Don Bertolo condanna ogni forma di violenza e ammette che tra i «No Tav si sono infiltrate frange che con la protesta della valle hanno poco a che fare».

E qui le posizioni tra le varie anime ecclesiastiche tornano compatte sul punto trattative: «Per uscire da questa situazione è indispensabile avviare un vero tavolo di confronto e dialogo a cui siano invitati i rappresentanti di tutti i Comuni, non solo quelli graditi al governo. Governo che deve cambiare atteggiamento: non può schiacciare e reprimere ma ascoltare».

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