Sostenibilità sociale e ambientale

Bettoni (Anmil): Giustizia negata ai militari morti

Amareggiato il presidente dell'Anmil dopo la sentenza assolutoria del Tribunale di Padova

di Redazione

«Doveva essere un’altra sentenza che avrebbe lasciato il segno dopo la condanna dei dirigenti Eternit e invece ha segnato una battuta d’arresto sulla via della giustizia alle vittime dell’amianto che davvero non ci aspettavamo». A parlare è il presidente dell’Anmil Franco Bettoni, amareggiato alla notizia del pronunciamento del Tribunale di Padova.

Il Giudice Nicoletta De Nardus ha assolto con formula piena gli 8 ammiragli della Marina Militare accusati dell’omicidio colposo per inosservanza delle norme cautelari di sicurezza di due militari deceduti per mesotelioma pleurico, ritenendoli esenti da responsabilità per le morti e le malattie provocate dall’amianto, massicciamente presente nelle navi della flotta militare italiana.

«È per noi una pagina nera della giustizia perché nonostante la pericolosità dell’amianto presente nelle navi e la certezza che i due militari sono morti di mesotelioma per le condizioni di esposizioni alle micidiali fibre di amianto all’interno delle unità della flotta italiana, il Tribunale ha ritenuto che non fosse provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la responsabilità degli ammiragli inquisiti assolvendoli con la formula perché il fatto non sussiste» spiega Bettoni.
La sentenza non fermerà il Pubblico ministero dr. Sergio Dini che ha dichiarato che la impugnerà immediatamente.

In attesa del giudizio di appello proseguirà con tenacia la seconda indagine avviata dopo aver raccolto elementi di una agghiacciante diffusione di decessi  e malattie asbesto-correlati che hanno colpito diverse centinaia di militari impiegati nella flotta e negli arsenali della Marina.
Allo stesso modo Anmil – rende noto che – spenderà ogni sforzo possibile per sostenere le indagini e fornire alle vittime e ai loro familiari assistenza legale e previdenziale a tutela dei loro diritti e del bisogno di giustizia.


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