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Lo stop a Verbania non può fare giurisprudenza

L'appello delle associazioni impegnate nel contrasto del gioco d'azzardo

di Redazione

Alea, And e la Consulta nazionale antiusura scrivono una lettera aperta a Napolitano, Monti, i ministri Riccardi, Cancellieri, Balduzzi, Severino e a tutti i parlamentari per esprimere «perplessità e sconcerto» rispetto alla sentenza del Tar piemontese (leggi qui l’articolo), che ha cancellato l’ordinanza del sindaco di Verbania che limitava gli orari in cui era possibile giocare con le slot machines nei bar del territorio comunale.

il giudice, scrivono, «nella sua apparente fondatezza in termini di competenza dello Stato, ignora l’obbligo di seguire sempre un’interpretazione costituzionalemente adeguata. Nel caso di specie sono stati ignorati sia l’art. 118 Cost. che attribuisce ai Comuni determinate competenze amministrative, sia gli artt. 30 e 31 Cost. che attribuiscono alla “Repubblica” i compiti di tutelare i minori e di aiutare le famiglie in tale prospettiva. Un giudice che ignora tali profili, soffermandosi su aspetti meramente formali di presunta assegnazione del tema all’ambito della distribuzione delle competenze legislative, viene meno alla funzione di rendere giustizia individuando i rapporti sostanziali sottostanti e le finalità di interesse pubblico perseguite dal Comune. La vicenda è sintomatica di una tendenza a chiudere il problema dei rischi insiti nel gioco d’azzardo in una dimensione formale che lascia in ombra ingiustamente la tutela dei minori».

In più, affermano, «la sentenza stessa denuncia un grave vuoto normativo da colmare immediatamente. La questione non è da trattarsi esclusivamente sotto il profilo dell’ordine pubblico».

Insomma, «la sentenza del TAR Piemonte non può costituire in alcun modo un precedente valido e idoneo per impedire agli altri Comuni di perseguire l’interesse pubblico limitando gli orari di apertura delle sale da gioco ed al Parlamento di intervenire con norme di chiarimento sul problema segnalato».


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