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Barriere architettoniche, l’abbattimento è un concetto superato

«Bisogna passare al concetto di progettazione universale»: le obiezioni delle Regioni al progetto di legge in materia

di Francesco Dente

La Conferenza delle Regioni muove due obiezioni alla proposta di legge in materia di abbattimento delle barriere architettoniche n. 4573 recante “Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”. La prima riguarda il superamento del concetto di eliminazione delle barriere architettoniche, la seconda le competenza della Commissione di studio, prevista dall’art. 12 del D.M. 14 giugno 1989, n. 236, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Non sempre, argomentano le regioni, il pedissequo rispetto delle prescrizioni dettate dal D.P.R. n. 503/96 e D.M. n. 236/89 «garantisce il perseguimento degli obiettivi della non discriminazione», principio irrinunciabile alla luce della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”, ratificata con Legge 3 marzo 2009, n. 18.

La Conferenza, quanto al primo punto, propone con un emendamento all’articolo 1 di superare il concetto di eliminazione delle barriere architettoniche «promuovendo, invece, la progettazione universale, la sola in grado di garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, alle attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali».

Il secondo emendamento prevede invece che sia attribuito alla Commissione «il compito di individuare la soluzione dei problemi tecnici derivanti dall’applicazione della normativa di cui alla presente legge, di elaborare proposte di modifica e aggiornamento e di adottare linee guida tecniche basate sulla progettazione universale ai sensi dell’art. 4, comma 1, lett. f) della Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006».


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