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Amnesty incontra Napolitano

La presidente Christine Weise al Quirinale

di Redazione

Una delegazione di Amnesty International Italia, guidata dalla presidente Christine Weise e accompagnata dal presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, professor Bruno Cagli, ha incontrato questa mattina al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

L’incontro, il secondo in un anno, si e’ svolto per presentare al presidente della Repubblica i concerti che, in occasione del 50° anniversario della fondazione di Amnesty International, il Maestro Antonio Pappano eseguira’ il 5, 6 e 7 maggio a Roma, dirigendo l’Orchestra e il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia.

In apertura dell’incontro, la presidente di Amnesty International Italia Christine Weise ha ringraziato il presidente Napolitano per aver voluto nuovamente ricevere una delegazione dell’associazione e per la sua sensibilita’ nei confronti dei diritti umani. Ha poi descritto le preoccupazioni per la situazione dei diritti umani in Medio Oriente e Africa del Nord, auspicando una forte presa di posizione dell’Italia affinche’ siano individuate soluzioni efficaci e rispettose del diritto internazionale per porre fine, in particolare, ai crimini contro l’umanita’ che stanno avvenendo in Siria.

Per quanto riguarda l’Italia, la presidente Weise ha rappresentato al presidente Napolitano le richieste di sostegno nella ricerca della verita’ e della giustizia provenienti dai familiari delle persone che, nell’ultimo decennio, hanno subito maltrattamenti o sono morte in circostanze che chiamano in causa le responsabilita’ delle forze di polizia.

Compito delle istituzioni, ha inoltre sottolineato la presidente Weise, e’ quello di tutelare i diritti umani anche quando questi vengano violati da soggetti non statali, quali le aziende e le singole persone.

La presidente Weise ha infine condiviso col presidente della Repubblica il tema delle inadempienze e del mancato adeguamento dell’ordinamento interno agli obblighi internazionali, con specifico riferimento all’assenza del reato di tortura nel codice penale, all’attesa ratifica del Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e alla firma e ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e sulla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.


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