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5 per mille, qualche idea per la legge che verrà

di Carlo Mazzini

La scorsa settimana abbiamo visto come il cammino verso la stabilizzazione del 5 per mille sia lungo, dato che è stato affidato ad un disegno di legge delega che richiederà l’emanazione di un ulteriore provvedimento (decreto legislativo). Concentriamoci ora su cosa dovrebbe contenere quest’ultima norma. Iniziamo a chiederci cosa ha funzionato e cosa no. Ha funzionato la modalità di iscrizione agli elenchi, anche se esistono notevoli differenze tra i diversi comparti. Solo la ricerca sanitaria non richiede più iscrizioni dopo il primo anno in cui si è ottenuto l’inserimento nelle liste: è un principio che potrebbe essere stabilito di default, per tutte le categorie di enti, controindicazioni non ce ne sono. Ha funzionato la modalità di apporre il codice fiscale dell’ente destinatario del nostro contributo. Si potrebbe aggiungere una casella con la quale diciamo se siamo favorevoli affinché i nostri dati anagrafici siano comunicati agli enti beneficiari. Il funzionamento generale della ripartizione del 5 per mille andrebbe codificato direttamente nella norma, demandando il meno possibile a successive regolamentazioni che sono il frutto di elucubrazioni non sempre limpide di burocrati che nulla sanno di non profit (vedi la patetica questione del 5 per mille alla cultura).
Ciò che non ha funzionato è la questione “soldi”. Quando arrivano? Quanti ne arrivano? Il primo aspetto è rappresentato dal fatto che i termini scritti nei dpcm non sono stati rispettati e che quindi per legge è opportuno che si inserisca sia il termine ultimo di comunicazione delle scelte dei contribuenti sia la data del saldo degli importi. Non è possibile che si chieda al non profit managerialità nella programmazione delle attività e poi non si comunichino neppure i dati sui quali questa managerialità dovrebbe fondarsi. Il secondo aspetto concerne il famoso tetto di spesa. L’ha detto anche il servizio studi del Senato che non esiste un tetto di spesa ma una previsione di spesa, concetto sostanzialmente diverso. Non si può ridurre il 5 per mille ad un 4 o 3 per mille perché i soldi non ci sono. I soldi ci sono perché li hanno già versati i contribuenti, è che sono stati utilizzati diversamente ? sta a voi pensare come ? dall’onnivora amministrazione statale.
La prossima volta parliamo di rendicontazione, cui nessuna organizzazione non profit degna di questo nome vuole sottrarsi.


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