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Cooperazione & Relazioni internazionali

Storico accordo sul diritto alla terra

Approvate le linee guida globali su proprietà e accesso. Le Ong: un primo passo, ma non basta

di Redazione

Promuovere la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile migliorando la garanzia dei diritti di accesso alle risorse di terra, forestali e ittiche e proteggendo i diritti di milioni di persone spesso in condizioni di estrema povertà.

A questo scopo sono state adottate venerdì dalla Commissione sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS) le linee guida globali volte ad aiutare i governi, a tutelare i diritti di proprietà e di accesso alle terre, alle foreste e alla risorse ittiche delle popolazioni. Lo comunica la Fao. Le nuove Direttive Volontarie per una Governance Responsabile dei Regimi di Proprietà Applicabili alla Terra, alla Pesca e alle Foreste nel Contesto della Sicurezza Alimentare Nazionale tracciano i principi e le pratiche a cui governi possono far riferimento nell’amministrare i diritti di proprietà sulla terra e sulle risorse ittiche e forestali. Per il mondo delle Ong “un grande passo avanti”, ma ancora non sufficiente per battere il landgrabbing e tutelare la sicurezza alimentare.

Le linee guida, adottate dalla Commissione sulla Sicurezza Alimentare Mondiale della Fao, affrontano una vasta gamma di questioni, tra cui, il riconoscimento e la protezione dei legittimi diritti fondiari, anche nei sistemi informali; migliori pratiche per la registrazione e il trasferimento dei diritti fondiari e garantire che i regimii amministrativi di proprietà siano concretamente ed economicamente accessibili. Ed inoltre, rimarcano anche la questione di una corretta gestione degli espropri e la restituzione delle terre a coloro che ne sono stati forzatamente privati in passato, i diritti delle comunità indigene, assicurare che gli investimenti fondiari avvengano in maniera responsabile e trasparente, i meccanismi di risoluzione delle dispute sui diritti di proprietà e infine la gestione del problema dell’espansione delle aree urbane verso le campagne.

“Garantire alle popolazioni povere e vulnerabili sicurezza ed equità nei diritti di accesso alla terra e alle altre risorse naturali è una condizione indispensabile nella lotta contro la fame e la povertà” ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, Josè Graziano da Silva. Ed ” il fatto che per la prima volta i paesi abbiano concordato delle linee guida globali sui regimi fondiari rappresenta una svolta storica. Ora abbiamo una visione comune. È un punto di partenza che aiuterà a migliorare le spesso terribili condizioni dei poveri e degli affamati”

“Alcune delle questioni che le Direttive Volontarie affrontano risalgono addirittura a secoli addietro – ha aggiunto da Silva – il fatto che tali linee guida affrontino queste vecchie questioni irrisolte così come problematiche assai più recenti è ciò che le rende tanto importanti”. Il Direttore Generale della FAao Graziano da Silva ha aggiunto che l’Organizzazione è pronta ad offrire supporto ed assistenza ai paesi nell’adeguarsi alle direttive ed attuarle. Se da una parte le direttive riconoscono che gli investimenti responsabili da parte del pubblico e del privato sono indispensabili per migliorare la sicurezza alimentare, esse raccomandano anche che vengano messi in atto meccanismi di tutela che preservino i diritti di proprietà delle popolazioni locali dai rischi derivanti dalle acquisizioni di larga-scala, e che difendano i diritti umani, i mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare e l’ambiente. “Questi cambiamenti non si avranno da un giorno all’altro. Ma sappiamo anche, come emerso dalle ampie consultazioni alla Fao e dai negoziati condotti dal Cfs, che esiste un grande sostegno a tali direttive. L’ approvazione da parte del Cfs conferisce loro legittimità e forza , e tutti i paesi che vi sono stati coinvolti sono ora pronti ad a metterle realmente in pratica” ha detto Yaya Olaniran, attuale presidente del Cfs.

Le reazioni delle Ong

Le Linee Guida volontarie adottate dalle Nazioni Unite da un lato rappresentano un passo importante nel riconoscimento del ruolo chiave che i piccoli contadini, i pescatori, le popolazioni indigene svolgono della produzione agricola. Dall’altro, però, non garantiscono una risposta efficace al preoccupante fenomeno dell’accaparramento di terra e risorse naturali da parte di investitori nazionali e transnazionali”. È quanto afferma Alberta Guerra, policy officer ActionAid nella dichiarazione congiunta delle Organizzazioni della Società Civile sulle Direttive per la terra, i territori di pesca e le foreste.

Si tratta di principi volontari a cui governi e altre istituzioni possono fare riferimento quando devono amministrare i diritti di proprietà sulla terra e sulle risorse ittiche e forestali, per promuovere gli interessi delle popolazione locali e garantire la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale. Le Organizzazioni della Società civile chiedono quindi ai governi e alle organizzazioni di attuare le linee guida “urgentemente per contribuire a più equa e sostenibile governence delle risorse naturali”. In particolare, in Italia, il Cisa (Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare) intende rivolgersi al governo italiano affinchè dia immediata attuazione alle Linee Guida. Tra i punti di maggiore rilevanza, vi è quello – sottolineato da Nora McKeon (Terra Nuova) – che riconosce in capo agli Stati la responsabilità di disciplinare il comportamento delle imprese che investono sulla terra nei Paesi esteri. Inoltre, aggiunge Antonio Onorati (Crocevia), è fondamentale che venga attuato il principio che pone un limite all’estensione della proprietà fondiaria privata. Le linee guida riconoscono il ruolo chiave delle donne, dei contadini, delle comunità di pescatori, dei pastori e delle popoli indigene. “Eppure, vi sono molte lacune su alcuni dei temi chiave per la sopravvivenza dei piccoli produttori. Secondo le Organizzazioni della Società Civile, infatti, le direttive, relativamente ad alcune problematiche, – si legge nella dichiarazione – non riescono a fornire un set comprensivo di regole per fronteggiare l’accaparramento delle risorse naturali. Inoltre, il testo è troppo debole nel dare la priorità al sostegno ai piccoli produttori, priorità assoluta se i governi intendono davvero perseguire lo sviluppo sostenibile. Inoltre, è deludente che le linee guida falliscano nell’ulteriore protezione dei diritti dei popoli indigeni, già riconosciuti dagli strumenti internazionali, e che non includano l’acqua come risorsa della terra”. 

“L’aumento dei prezzi del cibo, come una delle conseguenze dell’incremento della domanda agricola guidata dai biocarburanti, – si legge in un comunicato – ha attirato l’interesse crescente di investitori nel settore. In questo modo attori finanziari, energetici e dell’agribusiness hanno cominciato un processo di acquisizione su larga scala di enormi estensioni di terreni coltivabili (land grabbing) con l’obiettivo di garantirsi l’approvvigionamento di materie prime agricole. Gli effetti immediati di questa domanda di terra sono l’aumento dell’insicurezza alimentare delle comunità locali e la violazione di diritti umani fondamentali tra cui quello alla terra”. “Oggi le Nazioni Unite hanno stabilito uno standard che non può essere più ignorato – conclude Alberta Guerra – è il turno dei Paesi, che devono fare in modo che queste linee guida informino la normativa a livello nazionale in materia di accesso alla terra e alle risorse naturali. La società civile sarà impegnata nel monitorare il processo al fine garantire la loro effettiva implementazione”.


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