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I “grandi” hanno perso la strada

Un miliardo di persone soffre la fame. Oxfam invita i leader a compiere azioni concrete

di Redazione

A poche ore dal G8, l’agenzia internazionale Oxfam chiede ai leader del mondo che si riuniranno a Camp David di prendere impegni concreti e misurabili. In particolare, è indispensabile un piano di stanziamenti in grado di aiutare 50 milioni di persone a uscire dalla povertà entro il 2015 attraverso la piccola agricoltura sostenibile.
 

Un miliardo di persone  – uno  su sette degli abitanti del pianeta – soffre la fame. E’ la fame che spinge gli uomini a lasciare le proprie famiglie in cerca di lavoro, costringe le madri a scegliere tra cibo e medicine per i propri figli, impedendo di fatto lo sviluppo sano di una nuova generazione. A Camp David, i leader degli otto paesi più ricchi possono assumere decisioni concrete sulla base degli impegni già presi e collaborare con i paesi in via di sviluppo per trovare soluzioni alla fame. Ma, sostiene Oxfam, “sembra che si siano persi”. E un’originale manifestazione davanti alla Casa Bianca lo ha sottolineato (guarda le foto)
 
“Dal Corno d’Africa al Sahel, contadini e pastori, soprattutto donne, lavorano duramente per risolvere il problema della fame all’interno delle loro comunità, lottando ogni giorno contro l’innalzamento dei prezzi, la piaga degli insetti che portano malattie e l’imprevedibilità delle piogge. – dichiara Gawain Kripke di Oxfam. “Chiediamo con forza che il G8 diventi un alleato dei piccoli agricoltori e dei paesi in via di sviluppo per sconfiggere la fame. E’ indispensabile tener fede agli impegni presi in passato e assumerne di nuovi per il futuro”.
 
Nel 2009 in Italia, il G8 ha dato vita a L’Aquila Food Security Initiative per investire  22 miliardi di dollari nei tre anni successivi nei paesi che avessero elaborato progetti per la sicurezza alimentare. “Almeno 30 paesi poveri hanno sviluppato piani per migliorare la loro agricoltura e affrontare l’insicurezza alimentare nelle loro comunità, ma la promessa di nuove risorse si deve ancora materializzare”, spiega Kripke. “Il bisogno di convogliare risorse del settore pubblico attraverso piani nazionali non è certo svanito. E’ tempo che i paesi del G8 si dimostrino all’altezza del loro compito e mettano soldi sul tavolo”.
 
L’Italia ha un ruolo importante da giocare per il rispetto degli impegni in tema di sicurezza alimentare. Ci aspettiamo che il nostro paese faccia in modo che l’iniziativa del G8 in questo settore possa sostenere l’agricoltura sostenibile e rafforzare i diritti e il lavoro dei produttori di cibo su piccola scala, con strumenti adeguati ai loro bisogni e non orientati dagli interessi delle grandi imprese dell’agro-alimentare”, dichiara Elisa Bacciotti, responsabile per Oxfam Italia della campagna “Coltiva: la vita il cibo, il pianeta. “L’approccio della Presidenza USA è infatti mirato a cercare un coinvolgimento del settore privato nelle iniziative di lotta contro la fame: questo coinvolgimento – positivo in sé – non deve però avvenire a discapito di un investimento pubblico, cruciale per far sì che il settore privato possa attivarsi”.

Inoltre, è semplicemente improbabile che il settore privato effettui il tipo e la quantità di investimenti necessari per salvare il sistema alimentare al collasso.   “Il G8 non deve cedere alla tentazione di fare ipotesi azzardate e comode sul settore privato, come se fosse una panacea per lo sviluppo”, afferma Gawain Kripke. “Non ci sono prove che il focus sul coinvolgimento del settore privato – sempre più enfatizzato a discapito di altri approcci – produrrà veri risultati nella lotta contro la fame”.


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