Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

La crisi si batte sul territorio col km zero e sconti per famiglie fragili

di Redazione

«Il calo dei consumi nei primi mesi 2012 si attesta sull’ordine del 2% con picchi del 5% sulle carni e sull’ortofrutta». L’osservatorio trimestrale della Coop (Barometro Coop) è un misuratore incontrovertibile su come vanno le cose nelle famiglie italiane. Un misuratore che Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario Ancc-Coop studia con cura ogni giorno per capire come affrontare questo momento di crisi senza precedenti nella nostra storia recente. «Ad esempio siamo in una situazione in cui la maggioranza delle famiglie non prevede acquisti per la casa né sul multimedia, e rimane negativa anche la propensione all’acquisto per l’abbigliamento».
Veniamo da una cultura che ha sempre guardato di più ai consumi dei single che alle famiglie: la crisi cambierà questa prospettiva?
È una crisi globalizzata quella in cui ci stiamo muovendo ed è una crisi che ha colpito sia le tasche che la testa dei consumatori, famiglie e singoli individui. Se ne esce solo se si cambia prospettiva, tutti: a essere chiamato in causa è l’intero sistema Paese, il mondo dell’industria, l’agricoltura. Credo che in questo la cooperazione potrà giocare un ruolo da protagonista, non solo perché a confronto dell’impresa privata reggiamo meglio all’impatto della crisi, ma perché è tutta l’economia di mercato da ripensare e i nostri valori e le nostre risorse sono indispensabili.
Quali azioni avete messo in campo per sostenere i consumi dei ceti più poveri?
Mi piace fare esempi concreti, anche di territorio, ma tali da lasciare il segno. Penso per esempio a quanto sta facendo oramai da alcuni anni Coop Adriatica a sostegno dei lavoratori in difficoltà, con lo sconto del 10% sulla spesa, ma potrei citare molte altre iniziative di solidarietà reale sviluppate sui territori da tutte le cooperative. Poi c’è la grande partita mancata delle liberalizzazioni ? farmaci, carburanti ? che poteva e potrebbe dare nuova linfa ai consumi e abbassare i prezzi a tutto vantaggio dei ceti più in difficoltà. Ma fino ad ora è mancato il coraggio. Se ci limitiamo ai farmaci, si pensi che in un anno Coop Salute ha fatto risparmiare circa 13 milioni di euro ai propri soci e consumatori rispetto all’acquisto degli stessi prodotti presso una farmacia; da una stima interna, se fosse passato l’allargamento alla vendita dei farmaci di fascia C nella grande distribuzione e nelle parafarmacie, ciò avrebbe generato una diminuzione dei prezzi per un valore pari a 250 milioni complessivi a beneficio dei consumatori.
Il tema del km zero può essere una risposta credibile alla crisi?
Solo se si ragiona in termini di alleanza e non di contrapposizione e se non si cade nella demagogia. Noi di Coop abbiamo varato da appena un mese un prodotto che è in realtà un progetto di co-imprenditorialità: la pasta 100% Italia assieme a Coldiretti e Legacoop Agroalimentare. 100% italiano è il grano, sono i luoghi di produzione e vendita, sono gli imprenditori, le più grandi organizzazioni dei produttori agricoli e della distribuzione italiana. La produzione nazionale della materia prima e la sua lavorazione esclusivamente in Italia consente di salvare dall’abbandono interi territori situati in aree difficili nel Sud del Paese, ma anche di garantire occupazione e reddito ad agricoltori e lavoratori in un momento di crisi. Tra gli importanti attori del progetto c’è il pastificio Cerere di Enna, che fa parte del Consorzio Agrario Lombardo Veneto; da lì viene il grano che sarà pagato agli agricoltori a un prezzo premiante per il produttore sulla base dell’accordo di co-imprenditorialità.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA