Cooperazione & Relazioni internazionali

Amnesty partecipa al Pride di Bologna

L’associazione lancia l’appello al governo italiano contro le discriminazioni

di Redazione

Amnesty International Italia prenderà parte al Bologna Pride 2012 di sabato 9 giugno, aderendo alla modalita’ di svolgimento, solidale con le popolazioni colpite dal terremoto, proposta dal comitato organizzatore della manifestazione.

Attraverso la sua presenza al Bologna Pride 2012, Amnesty International vuole rappresentare tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) che nel mondo non sono ancora libere di vivere e di esprimere il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere e vedono minacciato il loro diritto di manifestare in liberta’ e sicurezza, e marciare al fianco delle persone Lgbti che vivono in Italia dove, come in altri paesi europei, l’omosessualita’ e la transessualita’ sono spesso ancora origine di discriminazione e odio.

In Europa, in particolare, omofobia e transfobia sono in crescita. In alcune città della Russia, tra cui San Pietroburgo, sono entrate in vigore norme che puniscono le “azioni pubbliche volte alla propaganda di sodomia, lesbismo, bisessualità e transgenderismo fra i minori”. Tali norme di fatto implicano il divieto di qualunque attività o informazione che riguardino le persone Lgbti e le relazioni tra persone dello stesso sesso, in violazione della libertà di espressione e di associazione. A Mosca, a fine maggio, attiviste e attivisti Lgbti sono stati arrestati per aver sventolato la bandiera arcobaleno di fronte alle sedi del parlamento e del municipio.

In Ucraina, il tentativo di svolgere il primo Pride nel paese è stato impedito da alcune centinaia di ultrà di calcio e le forze di polizia della capitale Kiev non hanno adeguatamente protetto gli organizzatori e le persone intenzionate a manifestare. In molti altri paesi europei, i Pride sono a rischio o si svolgono in un clima di profonda ostilità e di pericolo per l’incolumità fisica dei manifestanti, senza un’adeguata protezione dagli attacchi omofobi.

In Albania, le persone Lgbti non possono esprimere liberamente il loro orientamento sessuale, perchè vengono discriminate e stigmatizzate dalla società a cui appartengono. In Turchia le persone transgender sono spesso vittime di aggressioni e uccisioni  e non sono tutelate, nella legge e nella prassi, contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Nel paese i crimini di odio contro le persone Lgbti  colpiscono  maggiormente le persone transgender. Le donne transgender spesso non hanno accesso al mondo del lavoro e sono costretti a prostituirsi, con il rischio di subire aggressioni e maltrattamenti.

Per quanto riguarda l’Italia, Amnesty International chiede alle autorità di garantire maggiore sicurezza alle persone Lgbti, colmando al più presto la lacuna legislativa della legge penale antidiscriminazione (la cosiddetta legge Mancino-Reale) costituita da una normativa che non considera i crimini motivati da discriminazione verso le persone Lgbti alla stregua di quelli fondati su altro tipo di discriminazione. L’elenco di tipologie di discriminazione comprende infatti razza, nazionalità, etnia e religione, ma non l’orientamento sessuale e l’identità di genere.

 


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