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Politica & Istituzioni

Gli elettori: «La nostra voce non conta più nulla»

Da qui il boom delle liste civiche. Il rapporto Censis

di Redazione

Supera il 75% la quota di italiani che ritiene che la propria voce non conti nulla non solo in Europa ma anche nel proprio Paese (e qui il dato raggiunge il 77,0%). A rilevarlo è la ricerca del Censis sulle Microsovranità presentato oggi (scaricabile in allegato).

Un senso di impotenza che nasce «di fronte al progressivo ed inesorabile scivolamento verso la sudditanza» contro il quale «gli italiani provano a difendersi ritagliandosi forme proprie di micro sovranità, ambiti di gestione dei propri bisogni ed esigenze, luoghi di intermediazione e di scambio dove dare ed ottenere risposte che vanno oltre il fai da te individuale, ma sono contrassegnati da una dimensione collettiva per molti versi innovativa e potente».

Fra queste la famiglia, la collettivizzazione dei consumi (vedi l’esperienza del gruppi di acquisto solidale) e il tentativo di riprendersi la sovranità sul territorio anche attraverso l’uso delle liste civiche: «La recente vicenda delle elezioni amministrative è emblematica: la quota di liste civiche sul totale che, nelle elezioni precedenti era poco meno di un terzo, si incrementa notevolmente fino a raggiungere il 47,3% (le liste civiche passano da 170 a 279 con un incremento del 64,1%). (tab. 6). Certo dal 2007 lo scenario politico è profondamente cambiato (non esistevano il Partito Democratico e il Popolo delle libertà) ma nonostante l’aggregazione dei grandi partiti si assiste ad una crescita numerica e ad una frammentazione delle liste basate sostanzialmente sull’incremento delle liste civiche. Anche in questo caso il tratto è quello di una riappropriazione di sovranità fondata sul territorio, attenta alla analisi ed alla gestione dei problemi locali e vicina alla realtà quotidiana dei cittadini che si afferma proprio a partire dal valore della prossimità, in larga misura ormai estraneo ai grandi partiti».


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