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Cooperazione & Relazioni internazionali

Greenfreeze il freddo a impatto climatico zero

Greenpeace presenta in un seminario di aggiornamento la nuova tecnologia

di Redazione

Greenpeace rilancia la tecnologia Greenfreeze, cioè un sistema di refrigerazione che, al posto dei più impattanti gas refrigeranti refrigeranti Hcfc e Hfc, utilizza refrigeranti naturali a bassissimo impatto ambientale. In questo modo frigoriferi, condizionatori e sistemi di refrigerazione saranno a impatto climatico zero.

«La tecnologia capace di risolvere il problema esiste già», spiega Janos Maté, consulente di Greenpeace International, premiato dall’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti nel 2010 con il Premio Montreal Protocol. «Sono i refrigeranti naturali. Oggi nel mondo i frigoriferi Greenfreeze superano i 650 milioni e, solo in Cina, coprono il 75% del mercato. Parliamo di una tecnologia che rappresenta il 40% della produzione globale e che entro il 2020 arriverà all’80%».

Se per il settore dei frigoriferi la tecnologia Greenfreeze è in crescita, per quello dei condizionatori stenta a decollare. La mancanza di standard di emissione adeguati, infatti, unita al boom del comparto del condizionamento dell’aria – specialmente in Cina dove il condizionatore è diventato uno status symbol – fa sì che il comparto incida fortemente sulle emissioni di gas serra in atmosfera.

In Italia – illustra Greepeace in una nota – il mercato della refrigerazione è coperto per quasi l’80% da quattro grandi aziende: Whirlpool, Electrolux, Indesit e Candy Hoover. Di queste, la maggioranza utilizza R600 (butano) e R600a (isobutano), che sono refrigeranti naturali, ma alcuni marchi come Rex, Zanussi, Iberna e, in parte, Whirlpool usano ancora R134a (tetrafluoroetano), appartenente alla classe degli HFC, e R404a, un refrigerante basato su miscele di HFC.
Nel settore del condizionamento d’aria, De Longhi si è avviata all’impiego di refrigeranti naturali, ma, sul totale della produzione, questo sforzo rimane ancora marginale. Nel campo della grande distribuzione, infine, le aziende più virtuose si sono dimostrate essere Coop, Auchan e Carrefour.

«Il Greenfreeze è un caso pressoché unico di come un’associazione ambientalista sia riuscita a modificare la tecnologia della refrigerazione – e interi mercati – rendendola disponibile a tutti i produttori. È ora necessario che questo standard venga imposto a tutte le tecnologie del freddo, eliminando i composti  fluorurati potentissimi gas a effetto serra», afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Questa sera, giovedì 28 giugno, ore 18,45, alla Frigoriferi Milanesi, via G. B. Piranesi 10 a Milano, Greenpeace organizza un seminario di aggiornamento sul mercato della refrigerazione in Italia e nel mondo; quali gli effetti sul clima e possibili scenari futuri. Interverrà Janos Maté, esperto internazionale premiato dall’EPA per il “2010 U.S. Environmental Protection Agency Montreal Protocol Award”.


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