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don Mazzi contro Saviano: «Fa battaglie vecchie di 30 anni»

Durissimo il fondatore di Exodus: «Lui e Veronesi devono finirla con queste mistificazioni, non è legalizzando la droga che si affrontano i problemi dei giovani»

di Antonietta Nembri

«Tutte balle….». Non ha peli sulla lingua don Antonio Mazzi di fronte alle due ultime prese di posizione a favore della liberalizzazione della marijuana di cui si sono fatti paladini Roberto Saviano e Umberto Veronesi (vd. l'edizione cartacea di ieri di Repubblica). «È ora di finirla con queste mistificazioni. Non è questo il problema dei giovani, non è legalizzando la droga che la nostra società dimostra di voler bene ai giovani. Sono ben altri i progetti e le prospettive».
Per il fondatore di Exodus questa rinnovata battaglia per la legalizzazione delle droghe è il ripresentarsi di discorsi «vecchi di trent’anni», anche perché «oggi non esistono droghe leggere o pesanti, anche in uno spinello ci sono tanti di quei principi attivi e poi oggi i problemi sono altri».


Altri? Quali?
«Il problema è rappresentato dall’alcool e dai farmaci. Solo che se si parla di alcool e farmaci si vanno a toccare interessi spaventosi. È più semplice e politicamente più furbo parlare di legalizzare le droghe leggere. Nelle case dei nostri ragazzi ci sono troppi alcolici e ancor più farmaci. Questo è il problema l’abuso di alcolici da parte di ragazzi sempre più giovani e poi un uso distorto dei farmaci, ma questo è più scomodo da denunciare».
Saviano porta l’esempio dell’Uruguay che vuol regolamentare il commercio della marijuana per sconfiggere il narcotraffico, mentre Veronesi ricorda l’inutilità di tutti i proibizionismi ricordando quanto avvenuto negli Usa durante gli anni Venti del secolo scorso…
«Ancora! Sono discorsi che si facevano nel 1975. Perché non parlano dei danni che fanno i farmaci, uno come Veronesi dovrebbe saperlo, mentre il discorso di Saviano è fazioso…»
Ma la mafia ricava guadagni incredibili sul commercio delle droghe…
«La mafia, vengano a vederla a Milano, dove e come guadagna nelle costruzioni. Saviano in questo caso sta facendo una battaglia di retroguardia, anche lui ogni tanto dovrebbe smetterla di considerarsi un padreterno»


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