Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Grilli: «Usare il patrimonio delle Fondazioni per il debito? Sarebbe una confisca»

Così il ministro dell'Economia risponde alla proposta degli economisti della Voce.info: «Le Fondazioni hanno assunto la responsabilita' di essere azionisti di lungo periodo nelle banche»

di Redazione

Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ribadisce il suo giudizio positivo sulle fondazioni bancarie e lo fa con una lettera inviata a Repubblica e pubblicata questa mattina, evidenziando quattro motivi fondamentali per difendere le fondazioni.
In primo luogo hanno portato avanti "il processo di aggregazione e ristrutturazione di buona parte del settore bancario italiano" e poi sono state "per le loro banche degli azionisti stabili. L'ottica dell'investimento nelle banche è stata nei fatti di lungo periodo". In terzo luogo le fondazioni "hanno assunto la responsabilita' di essere azionisti di lungo periodo nelle banche anche quando non ne erano piu' gli azionisti di controllo" e infine "dal 2001 al 2010 le fondazioni hanno erogato piu' di 14 miliardi di euro" e il primo settore di intervento e' tato quello dell'arte e dei beni culturali.
In merito all’invito degli economisti Tito Boeri e Luigi Guiso di usare  il patrimonio delle Fondazioni d’origine bancaria per abbassare lo stock di debito pubblico Grilli seccamente ritiene che sarebbe un operazione di confisca che il governo non intende fare.   

"Le Fondazioni bancarie sono soggetti di diritto privato, come stabiliti anche dalla Corte Costituzionale. L'operazione suggerita [usare il patrimonio per tagliare il debito], tecnicamente sarebbe una confisca. Fortunatamente non siamo nelle condizioni di dover sospendere le garanzie costituzionali a tutela del diritto di proprietà", scrive Grilli.
 
Ma Grilli non manca di sottolineare alcune criticità. A partire, per le Fondazioni, dalla necessità di "un maggiore ricambio nella loro classe dirigente" che sarebbe dovuto avvenire "indipendentemente dalle scadenze di legge".
 Unica Fondazione menzionata, in negativo, quelle di Siena a cui fa capo il controllo relativo della banca Mps.
 La diversificazione del patrimonio, che per le Fondazioni significa vendere le azioni delle banca conferitaria, è "già compiuto per buona parte", dice Grilli, ma in alcuni casi c'è stata riluttanza.
 "Il caso più eclatante e sotto gli occhi di tutti – dice il responsabile del ministero che secondo la legge è il soggetto che vigila sulle Fondazioni –  è quello di Siena, dove la Fondazione ha optato per una interpretazione formalistica dell'obbligo di perdere il controllo della banca e non ha adeguatamente diversificato il rischio". Fondazione Mps è stata costretta dai creditori a vendere poi quasi il 13% del suo 49% di Mps scendendo all'attuale 36,3% e ha svalutato la partecipazione di oltre 3,5 miliardi chiudendo l'esercizio in rosso per 331 milioni. "Questa scelta non si rivela adesso favorevole per la fondazione stessa, la banca, la città", dice il ministro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA