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Economia & Impresa sociale 

Renzo Rosso avvia un progetto di Microcredito in Emilia

L'imprenditore ha messo a disposizione 5 milioni di euro del suo patrimonio personale per sostenere una ripartenza concreta e veloce delle attività produttive e imprenditoriali, in collaborazione con Etimos Foundation onlus

di Lorenzo Alvaro

Renzo Rosso, fondatore di Diesel e presidente della holding OTB (Only The Brave), mette a disposizione 5 milioni di euro del suo patrimonio personale per avviare un progetto di microcredito a sostegno delle popolazioni emiliane colpite dal terremoto. Piccoli prestiti concessi a chi altrimenti sarebbe escluso dal sistema bancario tradizionale: per la prima volta in Italia, la solidarietà si concretizza nell’aiuto di un imprenditore ad altri imprenditori, in modi e forme che fanno leva proprio sullo spirito imprenditoriale e su una volontà di ricostruzione nella quale l’economia gioca un ruolo determinante.
 
Renzo Rosso ha affidato la gestione delle risorse a disposizione, e la realizzazione operativa del progetto, a Etimos Foundation onlus, una fondazione che opera da molti anni nel settore della microfinanza e ha acquisito una particolare competenza nei contesti post-emergenza, a partire dall’Abruzzo dove sta coordinando un progetto di microcredito che ha già erogato finanziamenti per oltre 6 milioni di euro, con una particolare attenzione per la microimpresa, le start-up, i giovani e le donne. La Only The Brave Foundation onlus, che fa capo a Renzo Rosso (e che ricerca e supporta progetti di imprenditoria sociale in Italia e nel resto del mondo con particolare attenzione all’Africa), parteciperà alla gestione del progetto di microcredito in quanto membro del comitato che ha un ruolo di supervisione e indirizzo sull’utilizzo del fondo denominato “Brave Circle”.

Renzo Rosso e Marco Santori, presidente Etimos Foundation


«Sono stato profondamente toccato dall’immediata volontà di rimettersi al lavoro dell’Emilia post-terremoto», ha spiegato Rosso, «da imprenditore e sostenitore di progetti di imprenditoria sociale, ho scelto di aiutare le popolazioni colpite nel modo che conosco meglio: stimolando la co-responsabilità in maniera sostenibile. La modernità di questa operazione sta nell’essere un aiuto concreto di un imprenditore ad altri imprenditori, nonché a famiglie, non in un’ottica assistenziale ma attraverso uno strumento finanziario che valorizza la progettualità e le capacità delle persone».
 
In Emilia si utilizzerà un modello d’intervento analogo a quello già sperimentato in Abruzzo, dove l’importo inizialmente a disposizione è stato utilizzato per costituire un fondo di garanzia che permette l’erogazione di microcrediti a famiglie, microimprese, cooperative e imprese sociali, senza chiedere alcuna garanzia personale o patrimoniale. L’erogazione avviene attraverso le banche aderenti (che sono l’85% degli sportelli del territorio e utilizzano fondi propri), nell’ambito di un accordo ratificato dall’Abi che definisce tipologie di prodotto e relative condizioni, e impegna le banche stesse a garantire un effetto leva sugli importi finanziati in grado di innalzare il plafond disponibile fino a 50 milioni di euro. Come già sperimentato, verrà creato anche un gruppo di volontari in grado di gestire sia il servizio di primo ascolto, l’accoglienza delle domande di credito, e la fase di pre-istruttoria sociale, sia i servizi di accompagnamento e assistenza tecnica prima e dopo l’erogazione del credito, mettendo a disposizione competenze tecniche e conoscenza del territorio.
 
Questo modello, che valorizza gli attori economici e sociali del territorio, consente di ridurre le spese di gestione complessive liberando ulteriori risorse a favore dei destinatari del progetto. Un motivo in più per applicarlo a un contesto, come quello dell’Emilia, dove la rilevanza dei danni all’impresa e la volontà di ripartire sono apparsi da subito un elemento centrale del post-terremoto.


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