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Groenlandia, c’era una volta il ghiaccio

La calotta si è sciolta in quattro giorni sul 97% della superficie. Un fenomeno senza precedenti che, secondo il WWF, ci deve far riflettere sul nostro ruolo nelle emissioni di gas serra

di Redazione

Allarme ghiaccio in Groenlandia. Il satellite indiano Oceansat-2 e i satelliti della Nasa, Terra e Aqua hanno registrato una fusione del ghiaccio, causata da temperature straordinariamente elevate, che ha toccato il 97% della superficie: un'estensione senza precedenti negli ultimi tre decenni, che si è verificata nel giro di soli quattro giorni a partire dall'8 luglio.

Anche se lo scioglimento di circa la metà della superficie della calotta di ghiaccio della Groenlandia è un fenomeno assolutamente normale durante i mesi estivi, la velocità con cui quest’anno è avvenuto il disgelo ha sorpreso gli scienziati, che hanno descritto il fenomeno come “straordinario”. Straordinario, perché mai visto dalla Nasa in trent’anni di osservazioni.

Un fenomeno, commenta il WWF Italia, che "deve farci profondamente riflettere sull’urgenza di intervenire per ridurre significativamente le emissioni di gas che modificano la composizione chimica dell’atmosfera e incrementano l’effetto serra naturale”.

Nel 2011, come ci è stato segnalato dal recente rapporto ‘Trends in Global CO2 Emissions’ del Joint Research Centre della Commissione Europea, abbiamo raggiunto il primato di emissioni annuali causate dall’intervento umano, con la cifra di ben 34 miliardi di tonnellate (un incremento del 3% rispetto al 2010)”, spiega Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia. 

“La letteratura scientifica suggerisce che per limitare la crescita della temperatura media della superficie terrestre entro i 2° C rispetto ai livelli presenti in epoca preindustriale, limite che costituisce il target internazionalmente adottato nei negoziati delle Nazioni Unite nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, le emissioni cumulative di CO2, nel periodo 2000-2050, non dovrebbero eccedere il livello di 1.000 – 1.500 miliardi di tonnellate. Allo stato attuale della situazione, se i trend attuali di emissioni dovessero continuare così come sta avvenendo oggi, le emissioni cumulative causerebbero il sorpasso di questo limite entro i prossimi due decenni”.

“Oggi dobbiamo essere consapevoli, come la comunità scientifica internazionale che si occupa di scienze del Sistema Terra  ci dice molto chiaramente, che l’intervento umano è equiparabile per dimensioni ed effetto alle grandi forze che hanno modellato la Terra nell’arco dei suoi oltre 4.5 miliardi di anni di esistenza”.


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