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Arriva la Sanatoria 2012. Ecco la guida

A 10 anni dall'ultimo provvedimento simile, dal 15 settembre al 15 ottobre 2012 un datore di lavoro potrà far emergere dal lavoro nero il proprio impiegato immigrato. Nella guida di vita.it le modalità e le regole per presentare le domande, che si stimano superiori alle 500mila

di Daniele Biella

Alla fine, eccola: la sanatoria per gli immigrati che a oggi lavorano in nero in Italia, prevista per questo 2012, si tiene da sabato 15 settembre a lunedì 15 ottobre. Un mese di tempo per le decine di migliaia di persone impiegate, e i loro datori di lavoro, per regolarizzare il proprio rapporto lavorativo. Ma come avviene tale emersione dal lavoro illegale? Vita.it pubblica qui una guida (cliccando anche sui link a destra) apposita per muoversi al meglio in materia. Se con il provvedimento del 2009 sono emerse 300mila figure lavorative domestiche, per questa nuova maxi-sanatoria, relativa a tutti i settori di impiego, la stima parte da almeno 500mila persone interessate.

I provvedimenti legislativi
È con l’adozione del Decreto interministeriale del 29 agosto 2012 e della Circolare congiunta ministero dell’Interno e del Lavoro che prende il via ufficialmente la nuova sanatoria, alla quale il Governo dedica anche una sezione apposita del sito integrazionemigranti.gov.it. Si tratta della prima operazione di emersione dal lavoro nero da dieci anni a questa parte: dopo quelli del 1995 e del 1998 (leggi qui il dossier giuridico dell’istituto Ismu), l’ultimo provvedimento generale (la sanatoria 2009 era limitata a colf e badanti) data 2002, anno dell’entrata in vigore della discussa legge 189 sull’immigrazione, nota come Bossi-Fini. Oggi 10 settembre 2012 la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il Decreto di fine agosto, emanato di concerto tra i tre ministri di Lavoro e politiche sociali, Cooperazione internazionale e integrazione, ed Economia e finanze, contenente le indicazioni operative sulla procedura di emersione.

Gli articoli del Decreto interministeriale
 Tale Decreto prevede: all’articolo 1 le modalità di presentazione della dichiarazione di emersione del rapporto di lavoro; all’articolo 2 le modalità di pagamento del contributo forfettario di mille euro previsto per ciascun lavoratore; all’articolo 3 i limiti di reddito del datore di lavoro richiesti per l’emersione del rapporto di lavoro; all’articolo 4 i contenuti della domanda di emersione e all’articolo 5 le modalità necessarie per la regolarizzazione delle somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari alla durata del rapporto di lavoro o almeno a sei mesi. L’articolo 6 informa infine che con la sottoscrizione del contratto di soggiorno il datore di lavoro assolve anche agli obblighi di comunicazione obbligatoria di assunzione del lavoratore al Centro per l’Impiego, Direzioni Territoriali e Inps per quanto riguarda il lavoro domestico.

Le principali informazioni
Oltre al già citato periodo in cui bisogna presentare la domanda (dal 15 settembre al 15 ottobre 2012), esclusivamente in via telematica al sito governativo apposito (vedi la sezione 1 della guida) e alla quota da versare di mille euro, il doppio rispetto alle 500 che sono servite nel 2009 per regolarizzare colf e badanti, all’accettazione della domanda il datore di lavoro dovrà impegnarsi a versare sei mesi di contributi arretrati, dato che vengono prese in considerazione le posizioni lavorative già attive da almeno tre mesi al 9 agosto 2012. Inoltre, il lavoratore dovrà dimostrare di essere presente sul suolo italiano in modo ininterrotto dal 31 dicembre 2011 (per gli altri requisiti si veda la sezione 2 della guida), pena l’esclusione dalla sanatoria. Infine, il reddito del datore: non deve essere meno di 30mila euro con eccezioni nel caso di lavoro domestico e con la possibilità di cumulo con il reddito del coniuge o altri parenti di secondo grado. L’accertamento del reddito, che verrà effettuato dalla specifica Direzione territoriale del lavoro, non avrò luogo se il datore di lavoro è affetto da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza che effettua la dichiarazione di emersione per un lavoratore addetto alla sua assistenza. Sono esclusi dalla procedura i datori di lavoro che negli ultimi cinque anni sono stati condannati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina o altri reati relativi all’impiego della persona, ad esempio per prostituzione o sfruttamento del lavoro minorile (vedi sezione 3 della guida).


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