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In Emilia di fondi non se ne vedono. Né pubblici né privati

Nessuna traccia dei 9 miliardi promessi dallo Stato. Intanto l'inverno arriva e 3.061 persone sono ancora in tenda

di Lorenzo Alvaro

Il terremoto emiliano conquista ancora le prime pagine dei giornali. E purtroppo ancora una volta fa parlare di sé per mancanze e disguidi.

Su Vita.it abbiamo seguito e monitorato i fondi da privati che sono stati raccolti nei mesi scrosi lanciando l'allarme sui tempi di ricaduta effettiva del denaro sul territorio (articoli correlati). Oggi il Corriere della Sera svela, con gli articoli di Virginia Piccolillo e Giusi Fasano, che la situazione non cambia quando si parla di fondi pubblici. . Eloquenti i titoli che vanno da "La ricostruzione è ferma” a “Agli sfollati nemmeno un euro”.
Secondo il quotidiano milanese «a quattro mesi dal sisma sono 40 mila gli sfollati che non hanno ancora ricevuto gli aiuti a cui hanno diritto. Sulla carta sono previsti 9 miliardi di euro per le popolazioni colpite dal terremot. Ma dopo i 50 milioni arrivati nei primi due mesi dell'emergenza più nulla».
Altri 500 milioni sono arrivati, come prima tranche dei 2 miliardi provenienti dalle accise della benzina. Prima rata a cui non ne sono seguite altre. A mancare all'appello ci sono anche i 6 miliardi stabiliti «da una legge passata a luglio» che non sono mai passati in Emilia. «Ritardi anche dall'Unione Europea: i 670 milioni previsti a gennaio potrebbero slittare a marzo».

Insomma un dato sembra essere evidente, sia che si parli di fondi privati che di fondi pubblici. Il denaro appena incontra la politica si arena. Che si tratti del governo centrale o dei governi regionali. I fondi da privati sono arenati per l'immobilismo dei governatori Errani, Zaia e Formigoni, che ancora non hanno stabilito le percentuali di suddivisioni. I miliardi statali invece non riescono a scollinare il rigore di Mario Monti.
Nell'attesa sono in 3.061 i cittdini che si preparano ad affrontare l'inverno nelle 18 tendopoliattive sulò territorio.    


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