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Sergio Chiamparino, vicepresidente Acri

Il neo presidente della Compagnia di San Paolo di Torino, è stato eletto nel maggio scorso, da oggi entra nel consiglio dell'associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio

di Redazione

È Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia di San Paolo dal 7 maggio scorso, il nuovo vicepresidente dell'Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa).
«Sono onorato di entrare a far parte del Consiglio dell'Acri: un'associazione che con determinazione sostiene le Fondazioni di origine bancaria nel loro impegno al servizio del Paese e dei territori», ha detto Chiamparino. «Sono certo che imparerò molto e, al contempo, che metterò a disposizione dell'associazione, così come della fondazione che ho il privilegio di presiedere, tutte le mie energie, la passione e il frutto delle esperienze pregresse».

Chiamparino è stato votato all'unanimità dagli altri membri del Consiglio dell'Associazione, l'organismo di cui Chiamparino è entrato a far parte, su proposta del presidente Guzzetti, a partire dalla riunione odierna.
Sergio Chiamparino si affianca al presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti (presidente della Fondazione Cariplo) e agli altri quattro vicepresidenti: Antonio Patuelli (presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa), Gabriello Mancini (presidente di Fondazione Monte dei Paschi di Siena), Vincenzo Marini Marini (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno) e Antonio Miglio (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano).

Nel numero di giugno di Vita, l’ex sindaco di Torino, nell’intervista concessa al nostro mensile in occasione del lancio del Manifesto di Vita “Fondazioni bancarie, una risorsa delle comunità” (in allegato), aveva sottolineano come i «principi di terzietà, autonomia e indipendenza sanciti dalla norma, dalla giurisprudenza e spesso indicati anche negli Statuti delle fondazioni di origine bancaria» ispirassero da sempre l’azione quotidiana e come si dovesse anzi «rafforzare i principi» sia contro l’ingerenza della politica sia quella dei poteri forti.
Tra i pensieri di Chiamparino, accanto a quello di sgombrare il campo da ogni sospetto che la sua nomina ai vertici della Compagnia di San Paolo fosse un trampolino di lancio politico, il concetto che «le fondazioni non devono pensare né di essere appendici, né di sostituirsi agli enti pubblici con cui devono invece rapportarsi in una logica di sussidiarietà e complementarietà»
 


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