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Economia & Impresa sociale 

Il decalogo delle cooperative

In allegato il documento promosso dal TAIIS, il coordinamento delle 14 associazioni di rappresentanza delle imprese di servizi che vantano crediti con l'amministrazione pubblica

di Redazione

Pagamenti entro 30 giorni senza possibilità di deroghe, interessi di mora pari al tasso della Bce maggiorato dell’8%, procedure esecutive accelerate e responsabilità per  i funzionari pubblici che ritardano i pagamenti. Sono alcuni dei punti del decalogo presentato questa mattina a Roma dal TAIIS, il coordinamento delle 14 associazioni di rappresentanza delle imprese di servizi che rappresentano oltre 18 mila imprese, 50 miliardi di euro di valore della produzione e circa 900 mila lavoratori.

Il problema dei ritardati pagamenti e del disconoscimento degli interessi legali e di mora (che non ha eguali nel resto d’Europa), costituisce una delle principali ragioni di indebolimento della capacità competitiva delle imprese di servizi italiane; penalizza quelle serie e corrette, falsa la concorrenza, rende di fatto più costosi i servizi erogati, riduce la qualità e rende più opachi i rapporti con la PA e con le imprese a valle della filiera.

Il recepimento della Direttiva comunitaria sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali, è stato più volte annunciato ma ancora non realizzato (i termini scadono il prossimo 15 novembre). Per queste ragioni il TAIIS ha presentato un decalogo di proposte del mondo produttivo dei servizi, realizzato in collaborazione con il Centro Einaudi di Torino, che non si limita a individuare principi giuridici di recepimento, ma traccia indirizzi politici ed economici per affrontare la complessa problematica.  

In particolare, il TAIIS chiede che:

  1. in sede di recepimento della Direttiva sui ritardi di pagamento non si dia spazio a meccanismi elusivi e ad artifici contabili, in particolare relativi al patto di stabilità, dando piena e coerente attuazione al dettato comunitario con riferimento paritario sia ai rapporti tra imprese che ai rapporti con la PA; la riforma non deve restare sulla carta come è successo con la precedente Direttiva;
  2. si dia soluzione al problema del debito accumulato, non aspettando che si risolva “da solo” col passare del tempo; il sistema della certificazione dei crediti deve essere implementato e reso efficiente;
  3. venga superata quella cultura dello stato di emergenza, utilizzata anche per non riconoscere i diritti dei fornitori, che ha portato addirittura a interdire, per legge, le azioni esecutive.


«Occorre prestare attenzione alle imprese di servizi, al loro ruolo, alle loro capacità di generare occupazione stabile e di svilupparsi anche in sede internazionale», ha affermato il coordinatore del TAIIS, Giuseppe Gherardelli, «ed è tempo di superare l’idea che i servizi costituiscano solo un costo da tagliare; è necessaria una riforma culturale, oltre che legislativa, che incida sui comportamenti e sulle responsabilità».


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