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Servizio civile, l’impegno dei partiti

Come rilanciare il servizio civile e risollevarlo dalla crisi in cui è precipitato. Ecco gli impegni di Bersani (Pd), Lupi (Pdl), Maroni (Lega Nord) e Olivero (Lista Monti)

di Redazione

In Italia ci sono 2,2 milioni di giovani che non lavorano e non cercano lavoro. Sono i Neet. Con  i tagli hanno visto ridotte al lumicino anche le possibilità di scegliere il Servizio civile: lo  scorso anno solo 18mila ragazzi sono potuti partire. Invece questa è un’esperienza formativa fondamentale per la crescita civile. Per rilanciarla chiediamo una Riforma del Servizio civile che dia ai 9 milioni di giovani italiani tra i 18 e 28 anni l’opportunità di una leva civica e di un’educazione all’impegno per  il Bene comune. Lo abbiamo chiamato Servizio Civile Universale, e andrà accordato con il Servizio civile europeo.

La Piattaforma che Vita ha elaborato in vista delle prossime elezioni (vedi nelle correlate) ha riassunto tutto questo in un verbo, educare. E ha chiesto ai referenti dei principali schieramenti elettorali in campo un impegno chiaro e diretto. Siente d’accordo con il modello di un Servizio civile universale? Ecco come ci hanno risposto.

Pierluigi Bersani (Pd): Il Servizio civile è stata una delle esperienze più innovative promosse in Italia negli ultimi anni, a cui guarda con interesse anche l’Europa. Ricordo, ad oltre 10 anni dal suo avvio, che fu promosso da un Governo di centrosinistra. Il centrodestra ha ridotto drasticamente le risorse a disposizione. Credo che sia il momento di rilanciarlo, ma con  alcuni elementi di chiarezza: il Servizio civile resti saldamente ancorato ai valori costituzionali in particolare ai doveri di solidarietà, di difesa della patria, alla valorizzazione delle organizzazioni sociali. Quindi un servizio in grado di offrire veramente un’opportunità a tanti giovani in diverse zone d’Italia e pertanto un servizio in grado di radicarsi sui diversi territori. Per far questo non possiamo non affrontare il tema delle risorse: il servizio civile sarà una vera opportunità per tutti se saremo in grado di continuare ad offrire una indennità che copra le spese a chi dedica un periodo della propria vita alla comunità. Quindi immagino una graduale inversione di tendenza sui fondi che sappia considerare il Servizio civile una delle proposte più significative proposte ai giovani dopo gli studi, prima del loro ingresso nel mondo del lavoro, o modulato come impegno che affianchi le prime esperienze lavorative, spesso temporanee e parziali.

Maurizio Lupi (Pdl): ondivido senza alcuna riserva la necessità di intervenire per riorganizzare il Servizio civile in Italia. Mi preme però sottolineare il valore pedagogico di questa proposta, che avrebbe certo indubbi vantaggi economici per le realtà non profit che ne potrebbero usufruire, ma non deve essere questa la prima motivazione di una simile riforma. La politica deve avere il coraggio di indicare delle priorità e non solo di fare pur necessari calcoli ragionieristici: educare una generazione alla gratuità, all’impegno disinteressato per opere che altri hanno messo in piedi e che contribuiscono al benessere generale, ha un valore inestimabile per il progresso civile del nostro Paese. È anche questa una modalità di investire nel capitale umano, la vera risorsa di ogni crescita.

Roberto Maroni (Lega Nord): Dico sì, assolutamente, a una riforma del Servizio civile che trasformi questo istituto, davvero, in Servizio civile universale. È doveroso per lo Stato operare su tutte le leve che possono facilitare l’attività delle non profit, e il Servizio civile è una di queste. Mi convince meno il concetto di “raccordo” con il Servizio civile europeo. Mi piace il verbo “accordare”, perché da musicista mi evoca l’immagine di strumenti musicali diversi che suonano alla stessa melodia. Ma non vorrei si andasse verso una “germanizzazione” del nostro servizio civile.

Andrea Olivero (Scelta civica -Lista Monti): Il Servizio civile è stato, è e può in futuro essere una grande occasione di formazione volontaria alla cittadinanza attiva. Occorre però riformarlo. Magari seguendo un documento elaborato da vari soggetti, fra cui Cnesc, Movimento  Nonviolento, Forum Nazionale Servizio Civile,  Forum Terzo Settore e altre realtà. Il punto è rendere il Servizio civile accessibile a tutti coloro che vogliono parteciparvi, facendolo più flessibile per durata e per organizzazione delle attività. Occorre definire  con chiarezza l’impegno finanziario nel bilancio dello Stato. Deve essere possibile anche ai giovani stranieri residenti  nel nostro Paese. La riforma dovrebbe accentuarne la dimensione formativa ed educativa: i giovani devono poter valorizzare le competenze, sociali e professionali, acquisite durante il Servizio civile nazionale.


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