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Sberna: «Famiglia al centro. Concretamente»

Mario Sberna è al quarto posto nella lista Scelta Civica di Monti, in Lombardia 2. Primo obiettivo: «Il Fattore famiglia, anche per le imprese, che in fondo sono grandi famiglie numerose»

di Sara De Carli

La storia tra loro non era iniziata nel migliore dei modi: lo scorso ottobre, alla Conferenza Nazionale della Famiglia di Riva del Garda, Mario Sberna aveva sonoramente bocciato le politiche per la famiglia messe in campo dal Governo Monti. E per dare visibilità alla protesta, tutti i figli dell’Associazione Famiglie Numerose, che Mario Sberna presiedeva fin dal 2005, si erano alzati e avevano lasciato la sala nel momento in cui il Premier aveva preso la parola: «I nostri bambini non si prestano a scaldare le sedie», aveva detto Sberna. Sposato con Egle, padre di 5 figli (tre naturali, uno adottato e uno in affido), un passato da volontari in Brasile, amministratore del Seminario di Brescia, oggi Mario Sberna è candidato alla Camera con la lista di Mario Monti, Scelta Civica: collegio Lombardia 2, dove c’è la sua Brescia, al posto numero 4. Nella lettera in cui saluta l’ANFN e spiega le ragioni della sua candidatura cita Leo Buscaglia: «Bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla».

Come è nata questa candidatura?
Mi ha chiamato la segreteria del professor Monti, era l’8 gennaio. Io ho immediatamente fatto notare che ero la stessa persona che a Riva del Garda aveva criticato il professore e consegnato una lista con 25 perché, in cui chiedevamo il perché di altrettante ingiustizie nei confronti della famiglia.

E loro?
Il giorno dopo mi ha chiamato Andrea Riccardi, spiegandomi che era proprio per quello che si chiedeva la mia presenza, perché avevo competenze specifiche sulla famiglia, un tema che a Monti stava molto a cuore.

Così si è convinto…
È stata una decisione lunga e sofferta, condivisa subito con il Consiglio direttivo dell’Associazione, che mi ha appoggiato. A dire il vero noi a quel punto noi abbiamo chiesto che fossero inserite nelle liste sette persone competenti sulla famiglia, alcuni di ANFN e tre di AiBi, facendo nomi e cognomi. Purtroppo per gli altri nomi non si è trovato spazio, se non in posizioni molto basse, di testimonianza. Ma a noi non interessa fare testimonianza, io voglio essere incisivo. A quel punto i dubbi sono aumentati, perché è chiaro che andare da solo consente una incisività minore. Ma poi mi sono detto “guarda cosa ha fatto Pannella, da solo, su posizioni diametralmente opposte alle mie. Perché io no?”.

Proprio di ieri è la notizia del ritiro della candidatura di De Giorgi, direttore il gay.it e la presa di posizione di Monti, che ha detto che «famiglia è quella composta da un uomo e una donna». Condivide?
Sulla candidatura di De Giorgi, quando sono uscite le notizie sulla sua attività imprenditoriale, avevo esternato la mia difficoltà ad capire come potessero andare a braccetto persone con valori così diversi come io e lui. Mi hanno detto che nessuno sapeva di questa cosa…

Che spazio c’è, a suo parere, per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali?
È doveroso il riconoscimento sul piano dei diritti civili, penso al caso della reversibilità della pensione, ma è inaccettabile che queste unioni vengano chiamate famiglia o matrimonio. Tra l’altro è da anni che mettiamo in luce, dati alla mano, come nella realtà sia il contrario, cioè che – parlo delle coppie di fatto – sono le coppie sposate ad essere in una condizione di sfavore.

Non teme di finire “incasellato” nel recinto di queste posizioni etiche, un po’ come è statp per l’onorevole Binetti?
Con tutto il rispetto per la Binetti, ovvio che no. La mia priorità è mettere al centro il bene della famiglia, che è il bene del Paese e si chiama bene comune. Con politiche concrete. Certo che porto il mio essere cattolico, ma non solo questo.

Il suo primo obiettivo, se verrà eletto?
Ovviamente il Fattore famiglia, siamo già fin troppo in ritardo. Ma vorrei dire anche un fattore famiglia per le imprese, che in fondo sono delle grandi famiglie numerose. L’Irap colpisce di più chi assume, le pare giusto? Bisogna premiare invece chi è stato più coraggioso nell’aprirsi ai giovani e al futuro, nelle famiglie come nelle imprese.

Che ne dice dell’arresto di Vignali, Mr Quoziente Parma?
Ci abbiamo creduto molto, ha segnato un’epoca, che purtroppo è finita. Sul Quoziente Parma mi resta l’amaro in bocca. Sulle altre scelte dell’amministrazione Vignali e su quelle sue personali, farà la magistratura.

In questo caso la domanda è d’obbligo: la sua famiglia come ha votato sulla sua candidatura?
Diciamo che ha votato sì con maggioranza semplice. E che mia moglie, in particolare, si è astenuta.

PS. Nei giorni seguenti Mario Sberna ha twittato così: «Aderisco convinto a piattaforma Vita.it – Educare, Donare, Cooperare, Lavorare, Produrre, Recuperare»


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