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Bruno Molea: un fronte comune dei candidati del terzo settore

Il presidente di Aics: «Sto con Monti perchè la sua è una Lista civica, ma la cosa più importante è che i parlamentari che arriveranno dal non profit lavorino insieme per portare a casa gli obiettivi indicati nel Manifesto "Cambiare l'Italia"»

di Redazione

Bruno Molea, dal 2006 presidente nazionale dell’Aics (ente di promozione sportiva con circa 800mila aderenti) e vice presidente mondiale dello CSIT (Confédération Sportive Internationale Travailliste et Amateur), è il numero due alla Camera nella lista Scelta civica di Monti.

Perché candidarsi, non le bastava far politica nelle file della sua associazione come del resto ha fatto negli ultimi anni?
Questo era il momento giusto per compiere questo passo. Per cercare di dare un impulso maggiore alle battaglie che fino ad oggi ho fatto nelle vesti di rappresentante della mia associazione e come membro dell’esecutivo del Forum del Terzo settore. La mancanza di sensibilità della politica verso il mondo dell’economia non profit è una costante, come ha dimostrato anche l’ultimo governo. Salgo in politica anche per colmare questo gap.

Lo ha detto lei, il governo Monti non è stato tenerissimo con il non profit eppure si candida nella sua lista. Non crede sia una contraddizione?
Le ho detto che l’obiettivo è proprio quello di rendere più sensibile a certe tematiche la nsotra prossima classe dirigente. Poi tenga conto che per uno con la mia storia era più coerente un impegno in una lista civica, non in un partito.

Anche perché forse in un altro partito non avrebbe trovato così tanto spazio…
Non credo visto che posso portarmi in dote il sostengo di una realtà che vanta diverse centinaia di migliaia di iscritti. Non penso che i partiti tradizionali mi avrebbero respinto. Monti è stata una mia scelta. Tanto più che anche gli altri partiti hanno palesato tutte le loro incapacità nel trattare certe tematiche. Senza capire che il non profit oggi e in futuro sempre di più avrà un ruolo centrale nella nostra società, ma anche nella nostra economia.

Passiamo ai contenuti. Ha letto il Manifesto elettorale di Vita intitolato “Cambiare l’Italia”?
Certo punto per punto e lo condivido in toto. Sono d’accordissimo sulla proposta di un servizio civile universale, come sulla necessità di preservare e stabilizzare il 5 per mille. Sulle cooperative sociali poi con me sfondate una porta aperta: credo che la loro tutela debba essere considerato un motore di sviluppo irrinunciabile. Sottoscrivo con convinzione l’idea di trovare uno spazio all’economia civile nell’impalcatura del nostro codice civile. Positivo infine anche il riferimento all’attenzione verso la messa in sicurezza del nostro territorio. Su questi contenuti mi auguro che i parlamentari che arrivano dal non profit sappiano fare fronte comune.

Anche con chi per esempio si candida con Ingroia?
Sì dobbiamo essere in grado di superare le casacche di partito. Se non lo faremo, avremo falliti e lo avremo fatto a scapito delle nostre associazioni, dei nostri giovani e in fin dei conti del nostro Paese.

Un’ultima domanda: prevede di dimettersi dalla carica di presidente dell’Aics?
Su questo non posso risponderle. A marzo abbiamo l’assemblea per il rinnovo delle cariche. Fino ad allora rimarrò certamente al mio posto. Poi vedremo.
 


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