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Cara Inps, ecco come valutare l’invalidità nella sclerosi

Molti sintomi, difficili da quantificare e pesare, con fasi di remissione e peggioramenti. La valutazione degli stati invalidanti legati alla sclerosi multipla all'Inps avveniva senza indicazioni precise. Adesso c'è un documento ad hoc

di Sara De Carli

Da pochissime settimana l’Inps ha un punto fermo per la valutazione dei malati di sclerosi multipla: si tratta della “Comunicazione tecnico scientifica per l’accertamento degli stati invalidanti correlati alla SM” elaborata insieme ad Aism. È il primo ufficiale riconoscimento della malattia all’interno delle commissioni che devono valutare le domande ai fini dell’invalidità civile e della disabilità lavorativa ai fini della legge 68/99: «La sclerosi multipla è una malattia molto complessa, con una varietà di sintomi difficili da “pesare”. Ora il medico INPS avrà gli strumenti per una valutazione più appropriata», spiega Paolo Bandiera, direttore affari generali Aism. Grazie a questo documento sarà possibile innovare, migliorare e rendere maggiormente omogenee le modalità accertative della sclerosi multipla a fini medico legali.

Perché nasce questo documento?
La SM non è nelle tabelle ministeriali per l’accertamento dell’invalidità, che risalgono al 1992. Ciascuna commissione si trova a fare una valutazione estremamente complessa, senza poter fare riferimento a scale di misurazione o a standard. Il problema si pone soprattutto perché la SM ha un’infinita varietà di sintomi come la stanchezza o il dolore che sono estremamente difficili da “pesare”, e perché la SM è una malattia evolutiva, con remissioni e peggioramenti, per cui occorre tenere memoria della patologia; a questo si aggiunga il fatto che nelle commissioni non c’è necessariamente un neurologo e che la valutazione di un quadro così complesso viene fatta in un tempo brevissimo… e si capisce come ogni commissione desse una valutazione diversa.
Questo il problema: come si arriva al lavoro congiunto con l’Inps?
L’Inps disegnata con la riforma del 2010 è più forte, abbiamo pensato che fosse quella la sede istituzionale con cui confrontarci. Nelle commissioni ora c’è un medico Inps, se quel medico conosce la SM diventa garante dell’appropriatezza della valutazione fatta. Per dare una conoscenza di questo tipo, il prodotto da realizzare era necessariamente un prodotto tecnico-scientifico, per cui abbiamo coinvolto nel percorso Sin e Sno. La cosa da sottolineare è che l’approccio scelto parte dalle persone e dai loro bisogni, non dall’associazione.
Come Inps ha accolto l’idea?
È la prima volta che si fa un percorso di questo tipo, ma devo dire che Inps ha avuto un atteggiamento molto positivo, perché è chiaro che questo strumento serve a dare una lettura migliore della realtà e anche a prevenire ricorsi sull’appropriatezza dell’accertamento. In poco più di un anno abbiamo fatto tutto.
Avete visto già dei cambiamenti?
L’Inps ha già richiamato alcune persone per rivedere il proprio giudizio e darne uno più rispondente alla situazione reale delle persone, anche in assenza di un contenzioso. Ma vorrei aggiungere che non abbiamo lavorato solo sul versante Inps, ma anche sulla certificazione neurologica. Se si arriva alla commissione con in mano un buon certificato, che per esempio dà evidenza dell’impatto della SM sul lavoro, tutto l’iter è più semplice.