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Ammazzare la recidiva? Con il lavoro si può

In Veneto un progetto promosso da tre Caritas ha permesso di avviare al lavoro decine di ex detenuti e di abbassare il tasso di recidiva dal 70 all'8%. Facendo risparmiare allo Stato 2500 euro al mese per carcerato

di Gabriella Meroni

Cosa può far diminuire il tasso di recidiva dei detenuti italiani dal 70% "normale" a uno straordinario 8%? A Vicenza hanno la risposta: il lavoro. O meglio, un progetto che traccia percorsi alternativi al carcere e di recupero sociale delle persone detenute attraverso il lavoro. E’ il Progetto Esodo, iniziato nel 2011 (non solo nel Vicentino ma anche nelle diocesi di Verona e Belluno) grazie a un finanziamento della Fondazione Cariverona di 1,8 milioni nel 2011 e di 1,56 milioni nel 2012 e portato avanti dalle Caritas diocesane di Vicenza, Verona e Belluno sulla scia del progetto-pilota Lembo del Mantello, attivo ormai da otto anni a Vicenza.  

Compito delle tre Caritas diocesane, nel dettaglio, è gestire a livello provinciale il progetto e sviluppare il coordinamento tra le diverse realtà in campo, superando la frammentazione. Nel concreto il Progetto promuove azioni per il recupero delle persone detenute, maschi e femmine, nelle tre province, muovendosi su quattro assi: quello dell’inclusione sociale e abitativa per chi sta finendo di scontare i propri debiti con la giustizia, il reinserimento nel mondo del lavoro, la formazionee il sostegno alla persona.

La rete di cui si compone il progetto è vasta: oltre alle Caritas, ci sono il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto, le Direzioni e le équipe trattamentali dei tre istituti penitenziari, l’Uepe (Uffici di Esecuzione Penale Esterna), la Magistratura di Sorveglianza, i Garanti per i detenuti, i Servizi sociali degli enti locali territoriali, gli uffici competenti delle Questure, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali.  

Ma ecco i numeri del progetto.  Le persone prese in carico nelle tre provincie sono state 391 nel 2011 e 372 fino al 30 settembre 2012, di cui l’88% uomini e il 58% stranieri. Nelle tre province fino a settembre 2012 sono stati effettuati 17 corsi di formazione che hanno coinvolto 128 persone con l’attivazione di 204 percorsi formativi; quanto ai risultati, si sono conclusi positivamente l’82% dei percorsi (il 91% a Vicenza). Quanto al sostegno della persona, a fine settembre i percorsi erano complessivamente 178 (114 di questi a Vicenza), la maggior parte dei quali individuali e condotti in carcere. Gli inserimenti lavorativi (laboratori occupazionali, tirocini e l’avvio di contratti di lavoro veri e propri) sono stati 134 nei primi nove mesi del 2012, il 63% dei quali  tirocini; il Progetto nel suo insieme al 30 settembre 2012 ha portato alla conclusione di 50 percorsi occupazionali.

Altrettanto lusinghieri i risultati ottenuti dal Lembo del Mantello della Caritas Vicentina,  il progetto pilota all’interno del Progetto Esodo attivo dal maggio 2005 che ha accolto da allora 110 persone, il 72% delle quali ha chiuso i proprio percorso di vita da detenuto. I dati più interessanti riguardano la violazione delle prescrizioni durante il percorso: essa  ha riguardato solo il 3% dei casi, l’evasione un altro 3%. E per quel che riguarda la recidiva, a due anni dalla fine della pena era tornato a delinquere solo l’8% delle persone che hanno beneficiato di Esodo.

Sei i progetti avviati nel vicentino: uno gestito da Engim Venetonell’area della Formazione, due gestiti da Diakonia e Iride Onlus nell’area dell’inclusione sociale, quattro gestiti rispettivamente da Nova Terra Onlus,Consorzio Prisma, Cooperativa Sociale San Bernardo e Cooperativa sociale Saldo&Mecc nell’area del lavoro. Carta vincente dell'iniziativa è anche quella del risparmio economico: ogni detenuto recluso in Italia infatti nel 2012 è costato 3.511 euroal mese, mentre il costo mensile di una persona seguita dal Progetto Esodo è stato di 900 euro al mese.  
 


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