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La ricerca sul cancro: una storia da raccontare

Oggi la premiazione del concorso "Una metafora per la ricerca", culmine del progetto di Airc nelle scuole. Gli studenti vincitori hanno potuto trascorrere una giornata con i ricercatori dell'Ifom

di Antonietta Nembri

Ci sono premi che valgono molto più per il loro significato che non per il premio in sé. A questa categoria appartiene la premiazione di “Una metafora per la ricerca”, concorso per le scuole promosso da Airc, ospitato per il terzo anno consecutivo da Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) di Milano. I vincitori del concorso del resto hanno avuto l’opportunità, come premio, di un viaggio a Milano per trascorrere un’intera giornata con i ricercatori prima di ricevere, oggi 21 marzo, il premio della giuria presieduta da Ferzan Ozpetek.

Il concorso è un momento fondamentale del progetto di Airc nelle scuole che sottolinea come il futuro della ricerca comincia in classe. “Una metafora per la ricerca” ha visto quest’anno la realizzazione di ben 140 elaborati (disegno, scrittura, fotografia e da quest’anno anche video) che dopo una prima valutazione via web (oltre 28mila le persone che hanno partecipato alla votazione) ha visto i venti finalisti passare al vaglio della giuria composta, oltre che da Ferzan Ozpetek dallo scrittore Roberto Cotroneo, dal designer Antonio Romano, dal ricercatore Giorgio Scita dallo youtuber Daniele Selvitella aka Daniele Doesn’t Matter.

I vincitori delle quattro categorie sono: Valentina Colagrossi del liceo scientifico Ruffini di Viterbo (fotografia) Federica Colombo dell’Itg Mapelli di Monza (Disegno), Teresa Lucifora del Liceo scientifico Berto di Vibo Valenzia (testo) e Filippo Pesaresi del Liceo di Stato Rinaldini di Ancona (video). Sempre il video di Pesaresi ha vinto anche il Gran Premio della Giuria, nel premiarlo Ozpetek ha detto di esserne rimasto colpito perché «fa intuire il messaggio non dice direttamente» e rivolgendosi allo studente ha aggiunto «avrà un futuro con i video». La premiazione si è chiusa con il Premio speciale Airc andato al video di Eva Mascolino del Liceo classico Spedalieri di Catania e l’assegnazione delle sette menzioni  (qui per vedere le opere vincitrici).

A chiudere la giornata il dibattito, moderato dalla giornalista Maria Volpe, sul tema “Ricerca sul cancro: una storia da raccontare”. Un momento che ha coinvolto innanzitutto i membri della giuria su una riflessione dedicata allo storytelling e a come comunicare il tema della ricerca sul cancro. Ad aprire la tavola rotonda Antonio Romano che ha sottolineato il fatto che «vogliamo raccontare perché la realtà ci fa paura» e ricordando il mito di Medusa ha paragonato i media allo specchio usato da Perseo. Raccontare la ricerca, allora «questo è il dato scientifico, però quello che noi vogliamo cogliere è la speranza» ha concluso. Da parte sua lo scrittore e giornalista Roberto Cotroneo ha sottolineato la similitudine tra scrittura e ricerca «Iniziamo a scrivere perché la storia che raccontiamo non la conosciamo abbastanza», Cotroneo ha poi invitato gli insegnanti a tornare a «insegnare a scrivere», dal momento che la scrittura è «fondamentale, è una dimensione importante della speranza». Cotroneo, infine, ha sottolinea l’importanza di usare il termine “raccontare” al posto della parola “comunicazione” .
Occorre raccontare il cancro, ha sottolineato Ozpetek «va trattato come le cose di ogni giorno, senza averne paura», cioè «farlo diventare normale per poterlo combattere». La leggerezza del comunicare è stata al centro dell’intervento di Daniele Selvitella che da due anni con i suoi video cerca di trasmettere il messaggio di Airc ai giovani «attraverso un messaggio positivo e divertente». Per il ricercatore Giorgio Scita, dopo aver riconosciuto che oggi la parola “cancro” è stata finalmente “sdoganata” ha sottolineato il valore del raccontare per chi fa ricerca «per far capire quello che facciamo. Per comunicare tutta la speranza che viene dal nostro lavoro».