Politica & Istituzioni

Così si è arenato il fondo Barca per il Sud

Nel maggio del 2012 il ministero della Coesione territoriale varava un piano per l'emergenza sociale. Quasi un anno dopo i fondi sono ancora fermi

di Redazione

Titolava lo scorso 12 maggio la Gazzetta del Mezzogiorno: “Un po’ di luce a Mezzogiorno, all’orizzonte 2,3 miliardi”. nel sommario si specificavano in particolare gli impegni sociali: “maggiori aiuti a bambini e ad anziani non autosufficienti, progetti per i giovani”. Capitoli sui quali il programma del ministro della Coesione territoriale avrebbe messo rispettivamente 400 (infanzia), 330 (non autosufficienza) e 37,8 milioni (progetti promossi da giovani del privato sociale). Il resto era destinato al finanziamento di interventi su altri quattro settori cruciali: scuola, impresa, cultura e giustizia.

Un tesoretto che lo stesso Barca aveva con enfasi intitolato a un «piano per chi è in difficoltà nella crisi». tanto che la responsabile del Welfare, Elsa Fornero, approvando il documento aveva parlato di inversione di tendenza, dopo che «per anni si è destinata una quota comparativamente elevata della spesa sociale alle pensioni e troppo poco ad altri bisogni come l’assistenza agli anziani non autosufficienti».
A conti fatti, circoscrivendo il campo proprio a minori, anziani e giovani-non profit, si trattava di poco meno di 800 milioni di euro frutto di un intelligente rastrellamento di fondi strutturali europei avanzati dal bilancio 2007-2013 da destinare alle emergenze sociali delle quattro regioni più importanti del nostro Meridione: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.

Quasi un anno dopo cosa ne è stato di quei fondi? A ottobre una delibera del Cipe aveva affidato al Viminale la gestione dei 730 milioni di euro dei progetti per l’infanzia e gli anziani non autosufficienti e alla Presidenza del Consiglio dei ministri (in particolare al ministero per la Cooperazione internazionale e al Dipartimento della Gioventù) i restanti 37,6 milioni. Ma mentre questa ultima tranche è stata effettivamente investita sul territorio in tempi rapidi grazie all’emissione di tre concorsi ad hoc chiusi a febbraio con grande successo di adesioni (oltre 1500 per il solo bando “Giovani del non profit per lo sviluppo del Mezzogiorno”), i fondi del ministero guidato da Anna Maria Cancellieri sono rimasti fermi in cassa. Il risultato è che già oggi si può affermare che difficilmente saranno centrati gli obiettivi di 18.500 posti in più negli asili nido e di portare al 3,5% il numero degli anziani assistiti a domicilio entro il 2015.


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