Sanità & Ricerca

Prevenzione: l’arma contro l’ictus cerebrale

Prosegue il mese della prevenzione dell'Ictus cerebrale. Iniziative in tutta Italia promosse dalla Federazione Alice Italia onlus. Ancora poche le Stroke Unit, Unità di emergenza Ictus, presenti soprattutto nel nord Italia

di Redazione

Il mese per la prevenzione dell’ictus cerebrale è aprile, dedicato dalle circa 70 associazioni, che fanno riferimento alla Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) ad iniziative di prevenzione, sensibilizzazione e informazione su questa patologia, grave e disabilitante.
Sabato 20 aprile a Firenze e a Sesto Fiorentino, medici e volontari di Alice Firenze onlus promuovono tra la popolazione una campagna informativa sull’ictus e lo screening per la prevenzione della malattia. Sempre il 20 aprile Alice Aosta promuove uno stand a Pont S Martin in cui sarà possibile compilare la scheda di valutazione del rischio; a Città della Pieve, invece, Alice Umbria sarà presente con medici neurologi e volontari per promuovere la cultura della prevenzione. Tra le iniziative anche uno spettacolo teatrale “Un colpo in testa – L’ictus a teatro”, promosso da Alice Emilia Romagna, sabato 20 aprile al Teatro dei Segni di Modena.
Le iniziative previste sono online al sito della federazione www.aliceitalia.org

«Nel nostro Paese si verificano oltre 200mila casi di Ictus ogni anno e ben 930mila persone ne portano le conseguenze invalidanti. Nonostante ciò, secondo la recente indagine realizzata da Alice Italia onlus in collaborazione con il Censis e con l’Università degli Studi di Firenze, ben oltre il 50% degli italiani afferma di non conoscerlo e di ignorarne le possibilità di cura disponibili», sottolinea Paolo Binelli, presidente di Alice Italia Onlus.

L’Ictus non solo si può curare, ma si può prevenire nell’80% dei casi seguendo adeguati stili di vita: un’alimentazione sana come prevede la dieta mediterranea, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo.
«L’Ictus non è però soltanto una malattia dell’anziano (negli anziani di 85 anni ed oltre l'incidenza dell'Ictus è di oltre il 30%) come comunemente si crede», aggiunge il professor Carlo Gandolfo, professore ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Genova. «Circa 10mila casi, ogni anno, riguardano oggetti di età inferiore ai 54 anni. L’incidenza dell’Ictus nei giovani cresce di anno in anno». Lo dimostra uno studio pubblicato da Neurology: negli ultimi 20 anni, la percentuale di persone tra i 20 ed i 54 anni, colpite da questa patologia, ha subito un incremento dal 13% al 19%.

L’ictus giovanile è la malattia neurologica più frequente dopo il trauma cranico; ad alcuni fattori di rischio “tradizionali” come ipertensione, fumo ed aumento del colesterolo, ne va aggiunto uno nuovo, l’uso di droghe, dalle anfetamine alla cocaina, aumentato di 10 volte dal 1994 al 2005.
In migliaia di casi si potrebbero azzerare o ridurre drasticamente gli effetti invalidanti dell’ictus con delle cure adeguate prestate nelle primissime ore dall’inizio dei sintomi. «Fondamentale a questo scopo è il trattamento trombolitico, che, se effettuato entro le 4/5 ore dall’inizio dei sintomi in un’Unità Emergenza Ictus (Stroke Unit), permette a circa un terzo delle persone, colpite da Ictus ischemico, di rientrare, nel giro di pochi giorni, alle proprie abitazioni, completamente guarite, mentre un altro  50% è in grado di tornare a casa in buone condizioni funzionali», sottolinea Domenico Inzitari, professore in Neurologia del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università di Firenze.

«Purtroppo le Stroke Unit nel nostro Paese non sono ancora diffuse in maniera capillare, come dovrebbero. Su un totale stimato di oltre 350, ne risultano operative meno di 160, concentrate principalmente nel Nord Italia: nel Meridione si muore più di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le Unità di Emergenza Ictus sono quasi assenti» denuncia Paolo Binelli.

Una delle cause principali dell’ictus è la Fibrillazione Atriale, anomalia del ritmo cardiaco più comune al mondo, che colpisce oltre il 20% di persone ultrasessantacinquenni.  «La Fibrillazione Atriale è causa di circa 40mila Ictus l’anno nel nostro Paese, ma con una diagnosi precoce e una cura appropriata si potrebbero evitare ben 3 Ictus su 4, pari a 30.000 casi», sottolinea la professoressa Maria Luisa Sacchetti, presidente onorario di Alice Italia Onlus.


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