Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

Famiglia, perché siamo ancora senza deleghe?

Dieci giorni dopo la nomina dei 40 sottosegretari, nessuno ancora è stato indicato come responsabile delle politiche per la famiglia. Troppo tempo perché sia solo una dimenticanza? L'allarme sale

di Redazione

Ancora una volta la famiglia è stata dimenticata. Niente ministro, niente sottosegretario dedicato alla famiglia. Addirittura niente deleghe, fino ad ora. «Capiamo e condividiamo che per il premier Letta limitare numericamente la squadra di governo rappresenti un must» aveva detto già venerdì il presidente del Forum delle Associazioni familiari, Francesco Belletti, «ma nonostante questo ci ha sorpreso non trovare neppure nella lista dei sottosegretari un titolare della delega alla famiglia».
Analogo appello arriva anche dal mondo delle adozioni, con Anna Guerrieri, presidente di Genitori si diventa, che sottolinea come «di fronte ai pesantissimi effetti della perdurante crisi economica sulle tasche dei cittadini, sarebbe davvero urgente identificare una figura istituzionale credibile in grado di elaborare politiche sociali per la famiglia adeguate alla drammatica fase che stiamo vivendo, in un momento storico, non dimentichiamolo, in cui il taglio dei fondi per il sociale è continuo e pervasivo». Sulle adozioni, dice che  «le ricadute di questo ritardo della politica rischiano di farsi sentire ancora maggiormente sulla realtà delle famiglie adottive. Negli ultimi anni l’adozione si è estesa ad aree dell’accoglienza delicate e importanti: bambini e bambine non più piccolissimi, fratrie, bambini con esigenze mediche. Le famiglie che si sono rese disponibili e hanno accolto bambini con queste caratteristiche vanno valorizzate e riconosciute: in primo luogo dalle istituzioni. Sono famiglie che debbono sentire la presenza e la disponibilità reale della società civile per fare fronte alle eventuali difficoltà che possono sorgere. Non si tratta di avanzare rivendicazioni lobbistiche, bensì di restituire credibilità a quella “centralità del minore” declamata troppo spesso sulla carta. Chiediamo al governo di fare fino in fondo la sua parte».
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA