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Politica & Istituzioni

Al Pd manca l’onestà intellettuale

Intervento del Deputato Pd, ex portavoce del Forum del Terzo Settore, alla vigilia dell'assemblea nazionale

di Edo Patriarca

Il risultato elettorale delle ultime elezioni da una parte, e l’avvio difficile della XVII legislatura dall’altra, credo, sanciscano definitivamente la crisi del sistema politico italiano costruito negli ultimi vent’anni.

Ma la crisi non è solo del sistema politico ma dell’intera architettura delle rappresentanze: davvero pensiamo che Confindustria e i sindacati confederali rappresentino in toto il mondo del lavoro? Davvero pensiamo che il debito e la crisi economica siano da addebitare per intero alla classe politica? I tavoli convocati a Palazzo Chigi, la loro ritualità, i veti reciproci sono tutti in carico ai leader politici?

Non abbiamo bisogno di guardarci dentro con più onestà intellettuale, e guardare questo Paese per quello che è, per lo più costituito da corporazioni su corporazioni. Alcuni spunti di una riflessione che meriterà di proseguire. E la prima è la crisi evidente del modello democratico fondato sui partiti come li abbiamo conosciuti nel secolo scorso. Il dibattito dentro il Pd, il richiamo alla disciplina di partito la dicono lunga. La disciplina che prima si reggeva su un progetto di società condiviso, e in virtù di ciò, da una affiliazione obbediente, non funziona più. La democrazia deliberativa, spesso evocata nei nostri dibattiti, non viene minimamente proposta né tantomeno riflettuta.

Chiedere un sì senza un percorso di condivisione non porta da nessuna parte, chi lo pensa ancora si illude. Il secondo snodo è il riemergere attraverso la rete, ma non solo attraverso la rete, dei territori e delle comunità virtuali che svolgono una funzione di pressione fortissima , una rete che non va demonizzata ma piuttosto governata e sostenuta. La banalizzazione di questo fenomeno a me pare ingenua e intellettualmente perdente. Terzo snodo è il principio di autorità che non può mancare e che oggi non si acquista solo con il voto. Ha bisogno di profondità, di argomentazioni, di capacità di combattimento ideale, di scelte coraggiose. E infine: la nostra rete associativa, potente e accarezzata -troppo- da tutti, dove si sta collocando? È presente, svolge una funzione guida nei processi politici e sociali? Qualche interrogativo ce lo vogliamo porre?


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