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Cooperazione & Relazioni internazionali

Cai, la Bacchetta deve fare il tris?

Mentre ancora manca la delega, gli enti autorizzati chiedono una presidenza politica forte per la Commissione adozioni, mentre si dividono sulla proposta di riconfermare la vicepresidente Bacchetta per il terzo mandato

di Sara De Carli

Il botta e risposta a distanza tra AiBi e Enzo B ha dato il “la” a un acceso dibattito sull’imminente futuro dei vertici della Commissione adozioni internazionali. Ciò su cui tutti gli enti concordano è l’urgenza di avere un presidente, competente e autorevole, che faccia un lavoro di forte spessore politico nel campo delle adozioni internazionali: a questo proposito la presidenza del ministro Riccardi è giudicata unanimemente come “debole” e “assente”. C’è invece divisione sulla proposta di confermare alla vicepresidenza Daniela Bacchetta, chiamata alla CAI da Rosy Bindi nell’ottobre 2007, il cui mandato è in scandenza tra pochi mesi e che, in base al regolamento, non può più essere riconfermata.

L’avvio della querelle è stato dato da AiBi: «La politica è assente. La stessa Commissione per le Adozioni Internazionali è stata letteralmente abbandonata politicamente, ed è stata mal gestita sotto il Ministro Riccardi, il peggior presidente che la storia della CAI ricordi: non ha mai fatto una missione all’estero; ha presenziato ad una sola riunione con gli Enti Autorizzati della durata di 50 minuti; e le volte in cui ha presieduto le riunioni della CAI si contano sulle dita di una mano. Se non fosse stato per l’abnegazione della vicepresidente, la dott.ssa Bacchetta Daniela, che ha letteralmente svolto una azione di supplenza alla totale mancanza di una guida politica, si sarebbero verificati danni irreversibili al sistema italiano delle adozioni internazionali», aveva detto Marco Griffini dal sito di AiBi. «Fra pochi mesi scadrà definitivamente il mandato della attuale Vicepresidente della CAI, Daniela Bacchetta , l’unica persona veramente esperta della “materia” rimasta in circolazione, dopo l’andata in pensione di Maria Teresa Vinci e molto apprezzata dai partner internazionali. Sono già molti gli Enti Autorizzati che auspicherebbero una modifica dell’attuale regolamento della Commissione per consentire alla attuale Vicepresidente di garantire una continuità nella gestione della CAI».

L’idea di riconfermare la Bacchetta non è piaciuta a Enzo B.: Cristina Nespoli ha reagito esplicitamente all’appello pro-Bacchetta dicendo che «dubito che molti enti auspichino la continuità di una gestione che ha assicurato al sistema delle adozioni internazionali italiane non solo la più grave crisi della sua storia, ma che ha sistematicamente negato ogni interlocuzione costruttiva con gli Enti Autorizzati invece che tutelare e promuovere gli interessi reali dei bambini abbandonati e delle famiglie italiane. A me sembra che chi ha veramente retto le sorti dell’adozione internazionale siano stati gli Enti, che in arrampicata solitaria hanno tenuto le posizioni, hanno portato avanti centinaia di adozioni, ottenute spesso con le unghie e con i denti, senza il sostegno e l’aiuto di nessuno».

Questo il riepilogo. Da lì altre voci si sono aggiunte, mentre il dibattito circola a ritmi vertiginosi sul web. Il portavoce del Coordinamento di Enti Autorizzati Oltre l’adozione, Pietro Ardizzi, ci ha scritto per dire che «è vero, gli Enti e le famiglie assistite hanno trascorso un anno con una Presidenza CAI ampiamente assente. A questa assenza hanno sopperito sia la vice Presidenza con le ridotte risorse umane ed economiche della CAI, sia gli stessi Enti in Italia e nei paesi esteri, anch’essi con ridotte risorse umane ed economiche. Certamente speriamo in un cambiamento di rotta che è urgente e a cui tutti gli Enti vogliono contribuire». Ardizzi ha sottolineato poi come «attribuire alla vicepresidente tutte le colpe» non sia «serio»: i paesi esteri che chiudono le adozioni, il forte calo di decreti di idoneità rilasciati dai Tribunali, le adozioni sempre più “difficili”, la crisi economica che attanaglia tutti e tutto «è colpa della vice Presidente?». Non si dimetichi, che mai come nel 2012 – 2013 la CAI ha dovuto esercitare il suo ruolo di vigilanza e sanzionatorio, che come sappiamo necessita di mesi di lavoro ed è un “brutto segnale”.  Il 2012/2013, ha ricordato Ardizzi, ha visto la CAI impegnata in un’azione importante di vigilanza e sanziona mento: «Meglio un sistema adozioni più pulito, corretto e a reale tutela dei minori e delle famiglie che 100 adozioni in più fatte “a tutti i costi” o “con le unghie e con i denti”?», si chiede. E anche lui confessa di guardare con favore alla conferma della Bacchetta: «occorrerebbe veramente creare una continuità perché l’esperienza, la conoscenza del sistema Italia ed estero, la professionalità e la competenza non rischino di perdersi in breve tempo; e se necessario auspichiamo anche una modifica del regolamento pur di assicurare una continuità e non ricominciare tutto da zero».

Graziella Teti è la responsabile adozioni internazionali del Ciai: «il lavoro che la CAI ha fatto in questi ultimi anni è stato molto importante», dice. «Soprattutto in questi ultimi due anni, come anche da noi sollecitato, la Commissione ha fatto molto in termini di verifica del lavoro degli Enti, esercitando in maniera più forte il suo ruolo ispettivo e di controllo, di cui c’era un gran bisogno». Cero manca un ruolo politico, «anche la gestione Riccardi in questo è stata assente». Secondo lei quindi «la Cai dovrebbe ritrovare un forte indirizzo politico per guidare un momento di grande cambiamento e non limitarsi a subirlo. E non sto parlando solo dei numeri, che come è naturale ci preoccupano, ma soprattutto del fatto che le adozioni stanno diventando sempre più difficili, con le esperienze delle famiglie sempre più complesse. Occuparsi di adozioni internazionali non è solo far entrare un certo numero di bambini, ma creare politiche capaci di accompagnare e gestire questa complessità». Sulla persona della vicepresidente Bacchetta e sulla sua gestione, «nulla da dire, anzi. Se sarà riconfermata collaboreremo con l’atteggiamento positivo di sempre, se ci sarà una nuova nomina ci auguriamo che l’avvicendamento avvenga nel solco della strada fatta. Di certo in entrambi i casi serve urgentemente una presidenza politica forte».
 


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