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All’Open Day il lancio delle vacanze pre-adottive

Sabato 25 maggio in undici città italiane l'Open Day sull'adozione promosso da Aibi e Chicco. Occasione per informare ma anche per lanciare il nuovo progetto delle "Vacanze pre-adottive"

di Antonietta Nembri

“Hai mai pensato di adottare un bambino?”. La domanda è spiazzante. Sabato 25 maggio l’interrogativo sarà al centro dell’Open Day sull’adozioni internazionale promossa da Aibi, Associazione Amici dei Bambini con Chicco nelle principali città italiane.

Una giornata, quella di sabato 25 maggio, durante la quale sarà possibile incontrare personale competente che illustri l’iter, le pratiche e il percorso indispensabile per avvicinarsi all’adozione, dando tutte le informazioni necessarie. Un posto speciale sarà poi riservato ai racconti delle famiglie che questa esperienza l’hanno già vissuta e che possono raccontare la propria storia.
L’iniziativa nasce nell’ambito della campagna “Non lasciamoli soli”, che Aibi sta promuovendo per sollevare l’attenzione e stimolare il dibattito sull’accoglienza dei bambini abbandonati: da un lato attraverso l’informazione e la sensibilizzazione delle famiglie sull’adozione come forma di genitorialità possibile, dall’altro con una nuova proposta di legge, che sarà possibile sottoscrivere durante l’Open Day, che mira a combattere la crisi delle adozioni rendendole più semplici e meno costose.

Oggi nel mondo sono 168 milioni i bambini che crescono soli senza genitori, (dato Unicef), solo in Italia sono circa 30mila. Un numero allarmante, che aumenta ogni anno di 5 milioni e che classifica l’abbandono minorile come la quarta emergenza umanitaria.
Per contro, nonostante l’aumento dell’infertilità e il grande numero di coppie desiderose di accogliere un bambino, le adozioni stanno diminuendo: scarso supporto e accompagnamento delle famiglie, iter lunghi e complessi, procedure costose, cultura della seleziona delle coppie sono un ostacolo a volte insormontabile.

Il rapporto recentemente pubblicato della Cai (Commissione per le Adozioni Internazionali, aprile 2013) – conferma infatti il dato di esperienza registrato da Aibi negli ultimi anni: dal 2006 non si arresta il calo delle coppie che, ogni anno, ottengono il decreto di idoneità e nel 2012 si accentua ulteriormente il trend di diminuzione delle adozioni internazionali, che vedono un calo da 4.022 a 3.106 minori addottati (meno 22.8%) e da 3.154 coppie a 2.469 (meno 21.7%).

L’Open Day si svolge in tutte le sedi Aibi (undici città italiane – per conoscere gli indirizzi www.aibi.it/openday) a Milano, in particolare, al negozio Chicco di Largo Settimio Severo (corso Vercelli) saranno presenti Max Laudadio e il presidente di Aibi, Marco Griffini. L’Open day, del resto sarà anche l’occasione per presentare il progetto delle vacanze pre-adottive, una novità nel panorama delle adozioni internazionali. Come spiega Griffini: «Siamo di fronte a un male enorme, quello dell’abbandono, e dobbiamo fare di tutto per risolverlo. Ci sono tantissimi ragazzini, già grandicelli, che nessuno chiede, nessuno vuole. Vogliamo impegnarci a trovare una famiglia anche per loro? Vogliamo almeno provarci o siamo convinti che ci si può solo rassegnare a lasciarli diventare adulti da soli, senza la carezza di una madre e di un padre? Io non mi arrendo!»

In estrema sintesi si tratta di estendere la metodologia delle adozioni nazionali (periodo di avvicinamento, conoscenza reciproca e graduale tra coppia e bambino) alle adozioni internazionali. Sono previste tre settimane di vacanza con una coppia che ha già l’idoneità, «un percorso di conoscenza reciproca. Quando si fa un’adozione nazionale è giustamente previsto un periodo di affiatamento. Occorre trasportare lo stesso sistema anche nell’adozione internazionale», spiega Griffini. «La possibilità di conoscersi prima di dire un sì definitivo tranquillizzerebbe molte coppie che, non avendo un figlio, non sanno che cosa significhi, hanno paura a pensarsi, di punto in bianco, genitori di un bambino già grande»
Si inizia dalla Colombia, ma il progetto sarà esteso anche ad altri Paesi, anche perché non va dimenticato che l’età media dei minori adottabili è in costante aumento e dai paesi arrivano sempre più segnalazioni di bambini grandi o di fratrie con bisogni speciali che non trovano famiglie locali disposte ad accoglierle.