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Stop alle armi illegali nel mondo

Firmato da 60 paesi alle Nazioni Unite il primo accordo internazionale che regola l'export di armi e munizioni, soprattutto verso paesi in cui si violano i diritti umani. Era atteso da dieci anni. Anche gli USA verso il sì, contrari Siria, Iran e Nord Corea

di Gabriella Meroni

Un passaggio storico. Così è stato definito quello che 60 paesi hanno contribuito a realizzare il 3 giugno a New York, al Palazzo di Vetro dell'Onu, quando è entrato in vigore il Trattato sul commercio delle armi-Arms Trade Treaty (ATT), firmato lo scorso 3 aprile ma effettivo solo da ieri.

Si tratta infatti del primo accordo internazionale vincolante che mira a regolarmentare il commercio internazionale di armi e munizioni, il cui giro d'affari globale ammonta a 85 miliardi di dollari; l'importantanza dell'accordo è data anche dal fatto che a firmarlo sono state importanti nazioni come Gran Bretagna, Francia, Germania, Brasile e Messico; Siria, Nord Corea e Iran hanno votato no mentre altri 22 si sono astenuti, tra cui Cina e Russia.

Anche gli Stati Uniti, in genere restii alla ratifica di trattati internazionali, hanno annunciato il loro sì attraverso il segretario di Stato John Kerry. La firma degli Usa avverrà però probabilmente più avanti nel corso del 2013. L'Italia ha aderito al trattato: il nostro paese è l'ottavo produttore di armi al mondo, e le esportazioni militari italiane sono in crescita: nel 2011 le autorizzazioni all’esportazione hanno superato i tre miliardi di euro (il 67 per cento è diretto a paesi esterni all’Unione europea e alla Nato).

Con la firma dell'Arms Trade Treaty gli Stati si sono impegnati a regolamentare in modo efficace tutti i trasferimenti di armi convenzionali, munizioni o componenti e a proibire l'export di armi convenzionali, munizioni o componenti verso paesi in cui si è a conoscenza del fatto che verranno utilizzati per commettere crimini di guerra, genocidio, attacchi contro civili ed altre gravi violazioni della Convenzione di Ginevra.

Oltre che dai paesi produttori, il Trattato è stato sottoscritto anche dagli otto Stati del mondo in cui è più alto l'uso illegale di armi (Giamaica, Colombia, Guatemala, Swaziland, Sudafrica, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo e lo stesso Brasile) e che sono attraversati da conflitti civili e guerriglie: aderire all'ATT renderà più difficile l'attraversamento delle frontiere di carichi di armi diretti ai gruppi belligeranti. La forza del Trattato sta infatti nell'essere di fatto una  nuova legge internazionale cui tutti gli Stati firmatari dovranno attenersi, dopo la ratifica, come spiega il presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca: "Oltre a disciplinare il mercato delle armi, il trattato chiarisce gli standard per la vendita da Stato a Stato di ogni arma convenzionale e ne proibisce l'esportazione nel caso queste possano essere usate in attacchi contro civili, in azioni terroristiche, di crimine organizzato e di genocidio", spiega Rocca.

"Il trattato rappresenta uno strumento fondamentale in un momento in cui vediamo, come in Siria, il moltiplicarsi di conflitti armati che colpiscono indiscriminatamente obiettivi civili e in alcuni casi anche operatori e volontari sanitari d’emergenza, violando così il diritto internazionale umanitario", continua il presidente della Cri. "Fino a quando sarà così facile procurarsi un’arma, come avviene oggi, queste violazioni non diminuiranno. Per il nostro Paese regolamentare il commercio delle armi dovrebbe essere un imperativo, visto che l'Italia è l'ottavo esportatore di armi al mondo: proprio per questo mi appello al Parlamento perché la firma del Governo sia ratificato in tempi rapidissimi".

Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla Coalizione Control Arms, a cui fanno capo oltre 100 organizzazioni della società civile mondiale, che da dieci anni chiedevano che fosse approvato questo importante Trattato. "Questa firma ridà speranza a milioni di persone che subiscono ogni giorno violenze di ogni tipo a causa dell'uso illegale di armi", ha dichiarato Anna Macdonald di Oxfam, una delle ong della coalizione. "Oggi il mondo ha inviato un chiaro messaggio a tutti i signori della guerra e ai dittatori sanguinari, dicendo loro che è finito il tempo dell'accesso facile agli armamenti. Finora il commercio di armi si è svolto nel segreto: d'ora in poi sarà portato alla luce del sole".

Altre risorse:
Un articolo di Internazionale sulle spese militari italiane
FAQ sul Trattato (in inglese)
Campagna italiana Control Arms


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