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La mia vecchiaia e quella di tanti italiani

Ecco la prefazione al libro di Roberto Gramiccia “La strage degli innocenti. Terza età: anatomia di un omicidio sociale”, di Margherita Hack, scomparsa lo scorso 29 giugno all’età di 91 anni

di Margherita Hack

Proponiamo qui l’introduzione al libro di Roberto Gramiccia “La strage degli innocenti. Terza età: anatomia di un omicidio sociale”.  Una prefazione scritta da Margherita Hack, poco prima della sua morte,  che oltre a denunciare la situazione in cui versano troppi anziani in questo Paese, racconta anche della sua vecchiaia e di quella del suo compagno Aldo, alle prese con i guai fisici e il Sistema sanitario nazionale

«Questo libro di Roberto Gramiccia, medico e geriatra, esamina la situazione in cui migliaia di anziani vivono la loro vecchiaia. Oggi i progressi della medicina hanno allungato la vita media; raggiungere i novant’anni sta diventando la normalità; d’altra parte le famiglie moderne in cui ambedue i genitori lavorano hanno raramente più di due figli e la popolazione invecchia, la famiglia patriarcale di una volta non esiste più. La sanità pubblica dovrebbe adeguarsi a quella che ormai da più di mezzo secolo è divenuta una nuova struttura sociale.

(..)  Il grande debito pubblico e la crisi che ha colpito l’Europa stanno trasformando una società fortemente permeata di socialismo in una società iperliberista e, naturalmente, a farne le spese sono i più deboli. La sanità pubblica non è la stessa in tutte le Regioni e la spesa non è affatto proporzionata alla qualità dei servizi.

Leggendo queste pagine, non immaginavo che la situazione fosse così disastrosa. Parlo della mia esperienza personale e di quella del mio compagno Aldo. Abbiamo avuto bisogno più volte della sanità pubblica dal 2000 a oggi. Io ho avuto l’impianto di due protesi ai due ginocchi presso la clinica ortopedica universitaria di Udine, la cateratta all’occhio sinistro nel 2005 e destro nel 2012 presso la clinica oculistica dell’ospedale Maggiore di Trieste e tre bypass presso la clinica cardiologica di Trieste Cattinara; Aldo si è rotto il femore ed è stato curato nel reparto ortopedico dell’ospedale triestino di Cattinara; per un episodio di fibrillazione è stato anche lui presso la clinica cardiologica di Cattinara. In tutti i casi non avremmo potuto avere trattamento e cu- re migliori. Purtroppo, come il libro dimostra ampiamente, non in tutte le Regioni è così e spesso i costi della sanità sono più alti proprio là dove funziona peggio. Non solo, ma i tagli progressivi non garantiscono la sua sopravvivenza nemmeno nelle Regioni più virtuose.

Quello che questo libro denuncia è lo stato di abbandono in cui vengono lasciate persone anziane, malate, senza o con scarsi mezzi economici. Molti di questi vecchi passano i loro ultimi anni in case di riposo, passando dal letto a una sedia e dalla sedia al letto, lontani dalla loro casa, senza più un’attività che li interessi. Quando le loro condizioni lo permettano, sarebbe preferibile mandarli a casa, dove di solito ritrovano qualche interesse e voglia di vivere. Forse le case di riposo dovrebbero essere strutturate in piccole comunità di 4 o 5 anziani e un assistente, così da ricreare un ambiente familiare.

(…)

Un interessante colloquio che arricchisce il libro si è svolto con la dottoressa Francesca Moccia, attualmente vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, che si occupa di politiche sanitarie ed è diventata un termometro delle situazioni di malessere. La dottoressa Moccia è stata coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato che ha molteplici attività: fra l’altro, produce ogni anno un prezioso rapporto sullo stato della sanità osservato dal punto di vista dei cittadini.

Un peggioramento c’è stato negli ultimi anni in conseguenza del cambiamento per cui la dipendenza del Ssn dal Ministero della Salute è stata sostituita da quella dal Ministero dell’Economia e le Regioni hanno preso in mano la sanità, trasformandola in ventuno sanità diverse con altrettanti sistemi burocratici e un conseguente, inevitabile aumento vertiginoso dei costi. Un problema importante rimasto ancora insoluto è quello della realizzazione di una costituzione europea ed è questo che presto o tardi dovremo imporre e non solo per salvaguardare il welfare e la sanità.

Con la dottoressa Teresa Ierardi, responsabile di un Dipartimento infermieristico, viene esaminato il problema della lungo-degenza e si confronta la residenzialità con l’assistenza domicilia- re, sottolineando l’importanza che ha per l’anziano avere una fa- miglia che vigila e lo assiste anche in ospedale. Se questa manca il paziente si lascia andare. La cosa migliore è cercare di tenere il paziente a casa sua, con una badante e il Centro assistenza domi- ciliare, laddove esista, che supporta la famiglia. Devo dire che anch’io nella la mia limitata esperienza – riguardante il mio compagno – ho assistito a un notevolissimo miglioramento sia fisico che psichico quando dall’ospedale, dove era in riabilitazione, è tornato a casa.

Penso che questo libro sia molto importante per far conoscere i problemi – e le possibili soluzioni ad essi – della terza età, in una società che proprio grazie ai progressi della medicina invecchia sempre di più ma diventa anche più vulnerabile. Tutti noi ci troveremo ad avere un familiare o noi stessi nella condizione di fragilità fisica e psichica che la vecchiaia comporta. La lettura di questo volume può prepararci ad affrontare questa fase della vita e anche a farci parte attiva con i nostri suggerimenti e le nostre proposte di cambiamento».

Roberto Gramiccia – “La strage degli innocenti. Terza età: anatomia di un omicidio sociale”

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