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5 per mille: «Così, ci rimettono i malati»

"Grazie" allo scippo di Stato, alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro sono mancati, in due anni, 3,5 milioni. Che vanno così tagliati dall'investimento in ricerca, fiore all'occhiello della onlus

di Gabriella Meroni

Meno ricerca clinica, meno ricerca scientifica, meno assistenza uguale meno speranza per i malati di cancro. E' un'equazione che non lascia scampo, e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus ne sa qualcosa, visto che opera proprio nel campo della lotta alla malattia anche attraverso il finanziamento dei ricercatori incaricati di sconfiggerla.

L'istituto oncologico di Candiolo (ospedale di alto impatto clinico in cui si svolge anche ricerca) può contare fortunatamente su una vasta platea di sostenitori, ma a causa del taglio ai fondi del 5 per mille accusa un mancato introito complessivo di circa 3,5 milioni nelle ultime due annualità, quelle relative al 2010 e 2011. Un ammanco non da poco soprattutto per la ricerca, che la Fondazione finanzia destinando a questo scopo circa l'80% dei proventi del 5 per mille, come spiega il Consigliere Delegato Giampiero Gabotto: «La Fondazione è presente in tre elenchi: onlus, ricerca scientifica e ricerca sanitaria, e utilizza i fondi secondo le relative finalità», destinando cioè i contributi raccolti nel versante onlus per il potenziamento dell'Istituto di Candiolo, e quelli degli altri due elenchi per la ricerca sanitaria e fondamentale. «Il 70% del nostro 5 per mille proviene dall'elenco della ricerca sanitaria ed è destinato a questo genere di progetti», conclude Gabotto. Con 3,5 milioni di meno da destinare a questo scopo, è facile immaginare chi sono i primi a rimetterci: i malati di cancro, che davvero non se lo meritano.

 

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