Welfare & Lavoro

Il Piano antirazzismo del ministro Kyenge

Il ministro all'integrazione ha presentato lo schema del suo Piano contro il razzismo. E invita la Lega a mettere un freno ai suoi attacchi, chiamando in causa Maroni

di Redazione

Caro Maroni, ferma i tuoi. Dopo l’orango, le banane e l’abbandono della sala del Consiglio comunale di Cantù, il ministro Kyenge chiede un freno ai leghisti. Lo ha fatto oggi nel presentare lo schema del Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza. «La mia disponibilità al dialogo è sempre stata piena e convinta, non rifuggendo a nessun confronto, anche aspro, ma sempre nel pieno rispetto dell’altro», ha detto. «Con questo spirito ho accettato volentieri di confrontarmi con il Governatore Zaia alla festa della Lega Nord dell’Emilia Romagna a Milano Marittima il prossimo 3 Agosto. Ma ritengo che io possa mantenere questo impegno solo se fin da subito, il Segretario Nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni faccia appello ai suoi militanti, ai suoi dirigenti affinché cessino immediatamente questi continui attacchi alla mia persona, attacchi che oltre a ferire la sottoscritta, feriscono la coscienza civile della maggioranza di questo paese».

IL PIANO
Cinque ambiti: lavoro, casa, scuola, mass media e sport, sicurezza. Sono questi gli assi portanti su cui si svilupperà il Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015, presentato oggi dal ministro Cècile Kyenge insieme al viceministro Cecilia Guerra.
Lo schema è stato predisposto avvalendosi dell'UNAR, secondo un approccio integrato e multidisciplinare che possa garantire una risposta efficace al crescente fenomeno del razzismo in Italia. A lavorarci sarà soprattutto il GNL-Gruppo Nazionale di Lavoro, a cui appartengono 85 associazioni. Il Piano rappresenta il primo esempio nazionale di una risposta dinamica e coordinata delle istituzioni e della società civile al razzismo. L’obiettivo è quello di pervenire a una strategia che possa essere di supporto alle politiche nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofobia e dell’intolleranza, con l’obiettivo finale di valorizzare una società multietnica e multiculturale, aperta e democratica.

CASI IN CRESCITA
Per l’individuazione degli “assi prioritari”, si è tenuto conto non solo dei dati statistici sui casi di discriminazione rilevati dal Contact center dell’Unar, ma anche dei principali ambiti di intervento individuati dall’Unione europea per il contrasto e la rimozione delle discriminazioni. I casi di discriminazione per motivi razziali sono in aumento: nel corso del 2012 sono stati segnalati in totale all’Unar 1.283 casi di discriminazione pertinenti per le diverse forme di discriminazione (disabilità, età, etnia/razza, genere, orientamento sessuale, religione), con un +61% rispetto all’anno precedente. Ciò non vuol dire solo che il fenomeno della discriminazione in generale è in crescita nel nostro Paese, ma anche che, grazie alla campagne di sensibilizzazione e comunicazione, si sta sviluppando anche una maggiore attitudine al reporting e alla denuncia, anche da parte di testimoni, che ne favorisce la emersione. Nello specifico delle discriminazioni per motivi razziali, l’Unar ha registrato 659 casi, pari al 51,4% del totale dei casi di discriminazione trattati nell’anno. Il 40,9% delle segnalazioni sono state effettuate dalle vittime, il 35,7% da parte dei testimoni.

CHI
L’elemento innovativo offerto dal Piano risiede nella sua multisettorialità, vale a dire nell’ampliamento del target dei destinatari. Il Piano, infatti, non riguarderà, solo i cittadini stranieri che vivono in Italia, ma anche i cittadini italiani di origine straniera, tra i quali le seconde e terze generazioni, con un focus specifico sulle seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana dopo i 18 anni.  Un approfondimento, inoltre, sarà dedicato alla discriminazione basata sul colore della pelle. Il Piano riguarderà, infine, anche le persone appartenenti alle minoranze religiose ed etnico-linguistiche.

 


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