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Famiglia & Minori

Fuori famiglia a vita: falliscono due affidi su tre

Nel nostro continente solo un bambino su tre riesce a tornare nel proprio nucleo di origine dopo esserne stato allontanato. Dati ufficiali sull'Italia non ce ne sono, ma secondo gli esperti riuniti a Padova la situazione potrebbe essere perfino peggiore. Ecco perché

di Gabriella Meroni

In Europa solo un terzo degli affidi riesce, gli altri falliscono. E' un dato sconcertante quello che emerge dal meeting "Le forme dell’affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?" in corso a Padova. L'efficacia di questo strumento è stata misurata nel nostro continente (ma non in Italia)dagli oltre 50 esperti di 15 paesi, ed è riferito proprio a quelle nazioni che più hanno investito in questo strumento, e che oggi si trovano a dover fare i conti con la sua parziale inefficacia, visto che ben due terzi dei minori in affido non riesce a far ritorno nella propria famiglia di origine.
Per quanto riguarda l’Italia, una valutazione degli esiti è attualmente impossibile, proprio per l’assenza di analisi e verifica. Ma esperienze come quella di Inghilterra, Belgio, Paesi Bassi, Svezia dicono che «spesso gli affidi non vanno a buon fine, producono sofferenza, perché non tengono fede alle aspettative (non perché manchi la motivazione) e non si riduce la conflittualità con famiglie di origine», come ha osservato Klaus Wolf, University of Siegen, Germania. 
In Italia tuttavia la situazione potrebbe addirittura essere peggiore. Tra le criticità del nostro sistema c’è infatti il deficit di iniziativa dei servizi di affrontare le decisioni nei tempi appropriati, considerato che tre affidi su quattro (il 76%) sono di fonte giudiziaria. Wolf commenta così il dato: «I servizi non riescono a intervenire prima che la situazione sia tanto grave da imporre l’intervento del giudice. È evidente dunque che la capacità dei servizi deve aumentare notevolmente».
Ma non solo. Spesso l’esperienza di accoglienza viene interrotta, costringendo tutti a ricominciare daccapo e creando una triste “carriera” di alcuni ragazzi nell’affido. Secondo gli ultimi dati del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza, infatti, quasi il 53% dei bambini in affido proviene già da un'altra esperienza: il 14% viveva in un’altra famiglia affidataria, l’11% in struttura residenziale, i 2% in struttura residenziale sanitaria o in un istituto penale minorile.
Il confronto internazionale, organizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan di Padova con l'associazione internazionale per la valutazione di esito in area infanzia e famiglia (iaOBERfcs), la Fondazione Paideia di Torino e l'International Foster Care Research Network, proseguirà ancora domani a porte chiuse per poi concludersi con una conferenza aperta al pubblico giovedì 12 (ore 9-18) nell’auditorium del centro culturale Altinate San Gaetano.
 


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