Famiglia & Minori

Al via la Conferenza Internazionale sull’affido

L'evento è organizzato dalla Fondazione Zancan con l'associazione internazionale per la valutazione di esito in area infanzia e famiglia, la Fondazione Paideia e l'International Foster Care Research Network

di Redazione

Dopo tre giorni di seminario riservato a esperti italiani e internazionali, oggi il meeting “Le forme dell'affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?” ha il clou nella conferenza internazionale nell'auditorium del centro culturale Altinate San Gaetano a Padova

L'evento è organizzato dalla Fondazione Emanuela Zancan di Padova con l'associazione internazionale per la valutazione di esito in area infanzia e famiglia (iaOBERfcs), la Fondazione Paideia di Torino e l'International Foster Care Research Network.

Sono oltre 230 i partecipanti, provenienti da 11 regioni italiane, tra cui oltre 30 stranieri. In sala sono presenti diverse professionalità: avvocati, psicologi, assistenti sociali, educatori, studiosi, dirigenti di servizi.. «L'ampia partecipazione dimostra che c'è bisogno e voglia di approfondire e confrontarsi su questi temi, c'è voglia di capire, di migliorare» commenta il direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato.

Punto di partenza del dibattito è la consapevolezza che il termine “affido” rappresenta solo un campo più generale di pratiche professionali per “affidarsi e accogliere”. Perciò non si può più rimandare lo sforzo di classificare le forme di affido sperimentate nel nostro e in altri paesi, per identificare i rami da espandere. «Deve essere sforzo centrato sui  bisogni e sui problemi, con capacità più mirate di accogliere e maggiore speranza di efficacia» avverte Vecchiato.  

Le risorse a disposizione non mancano, a condizione che siano rivisitate e riorientate, trasformando gli attuali trasferimenti economici in servizi per l'infanzia e la famiglia. «Ma un permanente deficit di coraggio politico porta a mantenere le cose come sono – sottolinea Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan -, in parte coprendo il vuoto con azioni nazionali a responsabilità limitata, aggirando le responsabilità delle regioni e dei comuni».

Per Klaus Wolf, presidente dell'Ifcrn e docente all'Università di Siegen in Germania, «l'affido è un grande risultato del superamento del ricovero in istituto ma ci prospetta la necessità di affrontare le diverse accoglienze, fino anche alla professionalizzazione dell'accoglienza. Gli spazi di innovazione sono considerevoli e dipendono soprattutto dalle capacità professionali di affrontare con coraggio le questioni proprie degli esiti delle scelte fondate su migliori evidenze. A partire dagli esiti sarà più facile capire perché le cose funzionano o non funzionano e come attivare le diverse competenze professionali, con soluzioni inedite, senza replicare gli errori e senza dare per scontato che un buon mezzo possa dare gli esiti sperati, se non è commisurato alla natura dei problemi da affrontare. Il punto critico è proprio questo: a bisogni diversi dovrebbero corrispondere soluzioni mirate, non le stesse modalità di accoglienza, ritenendo l'affido una soluzione che va modulata a seconda delle situazioni, dei bisogni e delle possibilità di affrontarli in modo positivo».    


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