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La “slow life” del candidato Pipinato

150 paesi in 43 giorni per un totale di 650 chilometri a piedi. Così Fabio Pipinato si sta preparando alle elezioni del prossimo 27 ottobre, per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Trento. Nel nome del non profit

di Redazione

Una campagna elettorale così, finora, non s’era mai vista. Fabio Pipinato –candidato come consigliere provinciale per la lista UpT (Unione per il Trentino), in vista delle elezioni il prossimo 27 ottobre-  è un uomo decisamente ricco di iniziativa: 650 km a piedi per 43 giorni; una traversata che toccherà 150 tra paesi e borghi. Obiettivo: conoscersi meglio e conoscere meglio i cittadini della provincia di Trento, che presto potrebbe essere chiamato a governare.  
Alle spalle, una ricca esperienza nel mondo della solidarietà: cooperatore internazionale in Rwanda prima, in Kenya poi; comunicatore della campagna “Sdebitarsi” per la cancellazione del debito, che ha avuto tra i suoi testimonial Bono Vox degli U2; direttore di "Unimondo", testata vicina ai temi della pace e dello sviluppo sostenibile; Presidente di "Mandacarù Onlus", cooperativa sociale per il commercio equo e solidale. Con un curriculum di questo tipo, certamente si può escludere a priori che questo lungo “pellegrinaggio” sia una trovata pubblicitaria. Un detrattore sostiene che l’immagine nella copertina del suo sito ricorda un po’ "L’armata Brancaleone" o "Il settimo sigillo". In entrambi i casi, va detto, trattasi di capolavori. 
 
 
Partiamo da un assunto su cui tutti più o meno sono d’accordo, ma in pochi hanno la volontà di metterlo in pratica: camminare fa bene
È verissimo.  Da un lato c’è più tempo per stare da soli e riordinare i propri pensieri; dall’altro, incontri persone che danno il meglio di sé proprio in questa dimensione lenta del passeggiare. Sto avendone conferma durante questo viaggio: al mercato di Rovereto ho notato un atteggiamento piuttosto qualunquista e ostile nei confronti del mondo esterno; sulle piste ciclabili, viceversa, incontri un desiderio inclusivo, la volontà di aprirsi all’altro. È la dimostrazione che il camminare fa proprio bene all’umore.
 
A che punto è la tua camminata?
Più o meno a un quarto. Ma potrei già scriverci sopra un libro, tanta è la ricchezza delle esperienze che sto vivendo giorno dopo giorno. 
 
Che tipo di persone si incontrano lungo il tragitto?
Tra le più svariate. La cosa curiosa è che, pur incontrando un mucchio di gente che sfoga il proprio risentimento antipolitico –e massacra quindi anche me, in quanto candidato-, quegli stessi poi mi pregano di consumare un pasto in loro compagnia. Il fatto che mostrino tanta cordialità dopo una discussione animata è la dimostrazione che, una volta superato il primo scoglio della diffidenza, si può creare un fecondo ponte di dialogo tra i cittadini e la politica
 
C’è un aneddoto significativo che hai da raccontare?
Mi metti in difficoltà, perché ti garantisco che ogni persona con cui mi sto relazionando meriterebbe un racconto minuzioso. Posso dirti che mi ha colpito molto il viandante diretto a Medjugorje, per poi proseguire verso Istanbul. Quest’uomo, a 64 anni, si sobbarca senza fatica 60 km al giorno, mentre io dopo 30 sono quasi fuori uso. È una gran bella lezione: affrontare un lungo viaggio, per me, significa anche sfidare i limiti. Scoprire che, in fin dei conti, sono barriere che ci poniamo davanti solo per pigrizia. 
 
A proposito di barriere, nell’Alto Garda hai scelto un mezzo molto particolare per metterti in marcia…
Esatto, è accaduto ad Arco. Ho accettato volentieri l’invito a percorrere un tratto di strada con la carrozzina manuale, per sperimentare sulla mia pelle quanto sia difficile muoversi  nello spazio urbano quando si è portatori di handicap. Ho fatto questo esperimento in compagnia degli amici Augusto Tamburini e David Todeschini, da sempre impegnati sul fronte del “diritto alla mobilità”. La speranza, da parte di chi mi ha fatto questa proposta, è che tutti i mille candidati della Provincia seguano il mio esempio
 
Che provincia è Trento?
I  trentini somigliano al territorio che abitano: rude, montagnoso, senza lunghe distese.  Ciò che si scopre col tempo, standoci a contatto, è che dietro la scorza dura si cela una profonda generosità, accompagnata dall’onestà intellettuale nel dire le cose come stanno. 
 
Non si può negare, tuttavia, che Trento sia tra le province più ricche d’Italia
Certamente grazie all’Autonomia abbiamo un tasso di disoccupazione molto più basso rispetto ad altre preoccupanti realtà italiane. Detto questo, chi pensa che i trentini si cullino sugli allori non conosce la mia gente:  sono molto severi con se stessi; pienamente consapevoli che molte cose non vanno, e pronti a denunciarle con schiettezza. Chi viene da fuori si fa un’idea del territorio trentino come realtà opulenta: ci pensano gli abitanti a mettere i puntini sulle i, sottolineando che la strada da fare è ancora tanta. 
 
Qual è il valore aggiunto che il candidato Pipinato offre rispetto agli altri?
Beh, per il momento posso dire che, rispetto ai candidati col portafogli gonfio, ho già accumulato un po’ di debiti in questa scarpinata, tra cene e posti letto gentilmente offerti (ride, n.d.r.). Scherzi a parte, la verità è che provenire dalla realtà del volontariato è un grosso valore aggiunto: la mia sensibilità è cresciuta occupandomi tutta la vita di chi ha bisogno. Questa mia campagna elettorale, così 'sui generis', non poteva che portare con sé il marchio della mia personalità, delle idee in cui credo. Ad esempio, il rinfresco che offriamo tutti i giorni propone solo cibi equi e solidali. Propongo pure una lotteria decisamente alternativa:  il biglietto costa un euro, serve per finanziare la mia campagna elettorale.  Bei premi per i vincitori: dai buoni spesa ai cesti di slow food, fino all’ambito primo premio della bicicletta. 
 
Insomma, ricchi premi e cotillons…
Esatto, eheh. Un’idea presa dal mondo della pubblicità, ma assolutamente  da parte mia non c’è alcun fine di lucro. Inoltre, è un modo per risparmiare sui dépliants, e quindi sulla carta.
 
A Trento il Manifesto per un Servizio Civile Universale è realtà. Quali iniziative hanno fatto seguito all’approvazione della norma?
Siamo un cantiere in piena attività. Il 18 settembre abbiamo aperto a tutti i giovani il bando Es.Ser.Ci, che prevede la possibilità di coinvolgere 70 giovani in 22 progetti di Servizio Civile sul territorio provinciale. Le domande dovranno essere prenotate entro le ore 14 dell’11 ottobre. Il ventaglio di progetti è molto ampio, copre vari settori: dall’assistenza agli anziani al sostegno per le donne vittime di violenza, passando per la promozione di eventi culturali. Il Servizio Civile Universale è un grande risultato: la conferma che Trento è una provincia solidale. 
 
Il tuo progetto politico è in linea con quello del Vicepresidente della Provincia, nonché Presidente del Trentino-Alto Adige Alberto Pacher?
Assolutamente sì, siamo in piena sintonia. Condivide la mia idea su un territorio che, dall’alto delle sue venti vallate, può ambire ad essere la Silicon Valley italiana. Mucche e banda larga: un binomio destinato a sicuro successo. I giovani si avvicinano più che volentieri all’agricoltura, bisogna solo avere l’accortezza amministrativa di dargliene l’opportunità. 
 


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