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Famiglia & Minori

Bicamerale infanzia, scontro sulla Mussolini

Nulla di fatto per l'elezione del presidente della bicamerale infanzia: non c'è accordo sul nome di Alessandra Mussolini

di Sara De Carli

Ancora un buco nell'acqua per la Bicamerale Infanzia. Anche questa mattina alle 8,30 al quinto piano di Palazzo San Macuto senatori e deputati membri della commissione non si sono presentati all’appello. La seduta era stata convocata (la seconda) per eleggere presidente, vicepresidenti e segretari dell’organo del Parlamento dedicato ai minori: «non c’era il numero legale, il Presidente non è stato insediato», ci dice l’Ufficio stampa della Camera. E senza Presidente, niente attività, niente sedute, niente di niente
Non è che i deputati questa mattina avessero tutti altro da fare. Il fatto è che manca l’accordo politico sul nome del Presidente da eleggere. La presidenza tocca al Pdl, che vorrebbe rieleggere Alessandra Mussolini, già presidente della commissione nella passata legislatura. Un nome che fin dall’inizio ha spaccato gli addetti ai lavori e che, dicono oggi, non ha fatto brillare la commissione per attività, decisioni, posizionamento. Così il Pd tiene botta e aspetta una proposta che non sia irricevibile.
Intanto nel Paese chi si occupa di minori aspetta. Ci sono voluti tre mesi per nominare i membri della commissione (arrivati il 19 luglio), ce ne vorranno altrettanti per scegliere fra loro il Presidente?

Vincenzo Spadafora,  Garante per l’infanzia e l’adolescenza, è indignato: «Ancora una volta i partiti stanno dando un mesto spettacolo di sé e su un argomento delicato e «strategico». E pensare che  questo è il Parlamento con la più alta presenza di donne e di giovani! Sono  senza parole». Quanto alla ragione politica del mancato insediamento precisa che «non sono il solo ad aver auspicato che almeno la Presidenza della Commissione infanzia fosse nominata prescindendo dalle solite dinamiche di spartizione delle cariche, che venisse cioè decisa tenendo conto delle migliori competenze disponibili. È l’ennesimo schiaffo a tutti coloro che continuano, faticosamente, a prendersi cura dei diritti dei minorenni. Di rinvio in rinvio, dopo sette mesi dal suo insediamento, questo nuovo slittamento mostra un ulteriore segnale di totale disinteresse del Parlamento per la situazione difficile dell’infanzia in Italia, resa più dura dalla crisi. Chiedo ai capigruppo di tutti i partiti di dare una risposta al perché di questo ennesimo rinvio, ma anche a tutti i componenti della Commissione, come ho scritto loro ieri, un cambio di passo: che si assumano le proprie responsabilità e intervengano nel concreto, subito».

 


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