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In pattumiera buttiamo cibo per 8,7 miliardi

Nelle case degli italiani frutta, verdura e formaggi sono i primi a passare dal frigorifero alla pattumiera. Resi noti i dati del rapporto Waste Watcher sullo spreco alimentare domestico: ogni famiglie in media butta 7 euro a settimana.

di Antonietta Nembri

Vale il 32% del gettito dell’Imu del 2012, lo 0,5% del Pil. Ma lo buttiamo via! Tanto vale lo spreco alimentare domestico degli italiani in un anno. È quello che emerge dal rapporto Waste Watcher su quanto ogni famiglia italiana butta in pattumiera ogni settimana – la media è di 7 euro – ma in un anno gli italiani buttano via qualcosa come 8,7 miliardi di euro. L’indagine condotta da Knowledge for Expo, osservatorio di Swg e Last Minute Market, si è basata su un panel di 2000 individui rappresentativi della popolazione italiana e, come ha sottolineato il professor Furio Camillo esperto di statistica dell’Università di Bologna, «li continueremo a seguire per approfondire i diversi aspetti del problema». Stretto il legame con Expo2015 che ha come tema portante “Nutrire il pianeta” Andrea Segrè presidente di Last Minut Market ha spiegato che «l’obiettivo dell’osservatorio è più vasto e riguarda agricoltura  e sviluppo sostenibile, anche perché se per nutrire la popolazione mondiale occorrerebbe in futuro aumentare del 60% la produzione agricola non va trascurato il fatto che oggi da un terzo a metà della produzione va sprecata».
A finire più spesso in pattumiera prima di essere cucinati sono frutta e verdure fresche,s eguiti da formaggi e pane fresco, mentre tra i cibi cucinati la via della pattumiera la prendono la pasta e subito dopo i cibi pronti e quelli precotti.

L’indagine ha permesso di gettare uno sguardo su quello che succede nelle case italiane tra il frigorifero e la pattumiera, dove finiscono in media circa 213 grammi di cibo a settimana. E se sembra molto, non consola il fatto che per il 45% degli intervistati la quantità di cibo buttato sia diminuita e che solo per il 3% sia in aumento. Nell’indagine si è valutato anche la coscienza che gli italiani hanno rispetto al tema spreco e all’ambiente ed è emerso che il 90% considera lo spreco alimentare molto o abbastanza grave mentre il 78% è preoccupato per questo problema. In crescita anche gli intervistati che ritengono che lo sviluppo economico e l’occupazione debbano passare dalla tutela dell’ambiente oggi sono il 72% contro il 57 del 2007, come ha sottolineato Maurizio Pessato, presidente di Swg.

L’Italia non è tutta uguale e lo dimostra anche in questa indagine che è andata a scoprire la relazione “causa / effetto” «per noi ricercatori degli stili di vita è fondamentale capire che cosa gli italiani pensano dello spreco, le domande che abbiamo formulate vanno infatti a indagare il percepito degli stessi intervistati per conoscere come intervenire anche culturalmente sui comportamenti», ha illustrato Furio Camillo «E la prima cosa che abbiamo potuto osservare è che ci sono diverse cause dello spreco  e sono diverse a seconda del territorio  e delle abitudini culturali e alimentare di appartenenza».
Tra le molteplici possibilità di risposta proposte dai ricercatori tra le cause che hanno portato a buttare il cibo nelle regioni del Sud (Abruzzo, Puglia, Calabria e soprattutto Campania) la risposta predominante è stata “ho cucinato troppo cibo” che è anche il comportamento con il maggior impatto ambientale. In generale il cibo viene buttato soprattutto perché “ha fatto la muffa” (38,9%) ed “è scaduto” (32,3%), per l’8,3% la ragione è l’aver comperato confezioni troppo grandi, le classiche confezioni famiglia dei supermercati abbondanti e apparentemente a buon mercato che sono acquistate anche da chi vive in coppia, con il risultato che una parte va sprecata. C’è anche un 4% del campione che ammette di non amare gli avanzi, quindi se qualcosa avanza va direttamente in pattumiera alla faccia della tradizione culinaria del riciclo: risotti al salto, timballi ecc…

La ricerca ha individuato nove “spreco-tipi italiani” che vanno dal “sensoriale che getta solo se costretto”, per esempio se il cibo ha fatto la muffa, un terzo degli intervistati (34,6%) che butta in pattumiera quasi 5 euro a settimana al “cliente della spesa grande, ma tifoso del fresh” (15,2%) che butta quasi 7 euro è il classico consumatore che vorrebbe acquistare cibi freschi, ma fa la spesa una volta a settimana. I più spreconi sono “Lo sperimentatore deluso”, cioè chi acquista alimenti nuovi che non piacciono (6,5%) e “l’accumulatore ossessivo” ovvero chi ha la fobia del frigo vuoto come se dovesse fare scorte per un cataclisma (8,7%) che buttano via rispettivamente 10,50 euro e ben 12,6 euro.
 


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