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Sale l’Iva, diminuiscono le borse di studio

La denuncia del direttore generale della Fondazione collegio dell'università milanesi: «Per noi, che al pari di altri enti non profit non siamo soggetto Iva, sarà un salasso con ripercussioni sui servizi che saremo in grado di offrire»

di Stefano Arduini

Cosa succede a una non profit, che non è soggetto Iva (e ce ne sono tante fra scuole, enti di formazione, università, fondazioni, ma anche cooperative sociali che opera direttamente sul mercato al di fuori della convenzioni) se l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto passa dal 21 al 22%? Succede che a parità di introiti, aumentano i costi e quindi il bilancio rischia di andare in affanno con risultato che, inevitabilmente, si riducono i servizi.

A gettare il sasso nello stagno è Stefano Blanco, direttore generale della Fondazione collegio delle università milanesi, che proprio in questi giorni sta facendo due conti per il bilancio 2014. «Chiamiamoli effetti collaterali, ma per realtà come la nostra si tratta di un puro aumento del costi, che arriva proprio in un momento in cui sia le donazioni dei privati, sia i supporti delle amministrazioni pubbliche sono in forte arretramento».

Del resto sotto il profilo Iva, la Fondazione di Blanco si comporta esattamente come una qualsiasi famiglia italiana e in qualche modo dovrà quindi assorbire l’aumento della tassazione sui consumi. «Noi gestiamo un collegio», continua il direttore, «stiamo quindi parlando di servizio come quello di pulizia o comunque attinenti alla gestione del building, a cui non possiamo rinunciare». Quindi? «Quindi», conclude, «saremo costretti nel prossimo futuro a tagliare sul lato dell’offerta, dalle borse di studio ai servizi formativi ai nostri studenti».


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