Politica & Istituzioni

Legge di stabilità, cosa cambia per il sociale

Rifinanziato il fondo sociale, sforbiciata invece per i non autosufficienti. Salta l'aumento dell'Iva per le cooperative sociali e viene aumentata la dote per la social card, che si apre anche agli stranieri. Ma il 5 per mille torna con il tetto a 380 milioni: sarà un 3 per mille

di Gabriella Meroni

Luci e ombre per il sociale, a una prima lettura della legge di stabilità. Al di là di Imu, esodati, cuneo fiscale e altre misure contenute nella legge, che in totale promette di far arrivare nelle casse dello Stato 11,6 miliardi nel solo 2014, nel testo approvato dal Consiglio dei ministri (e che ora passa al vaglio delle Camere) sono citati anche alcuni interventi che riguardano il terzo settore e le fasce deboli. 
Fondo sociale
Tra le luci sembrerebbe potersi annovera il ritorno del Fondo Politiche Sociali del ministero del Welfare, che viene finanziato, almeno sulla carta, con 300 milioniSventato dunque quello che era accaduto l'anno scorso col mega-fondo Catricalà (un pasticcio indistinto da 900 milioni) suddiviso in mille rivoli di spesa tra cui un Fondo Politiche Sociali finanziato con 300 milioni che però di fatto era stato suddiviso in altre voci (e c'era di tutto, dalle alluvioni agli affitti, dal servizio civile al Comitato paralimpico). Quest'anno è ricomparso dunque il Fondo tout court, e si spera che i relativi 300 milioni di dote servano davvero per gli scopi per cui è nato (finanziare "una rete integrata di servizi alla persona rivolti all'inclusione dei soggetti in difficoltà" come recita la legge 328 che l'ha inventato).
Fondo per i non autosufficienti
Brutte notizie invece almeno per ora per il Fondo per i non autosufficienti, a cui la legge di stabilità 2014 assegna 250 milioni contro i 315 dell'anno scorso, ottenuti in extremis e grazie alla pressione delle associazioni sui parlamentari, ma pur sempre portati a casa.
5 per mille
Torna poi il 5 per mille, ma con il solito, odiato tetto: vengono infatti messi a bilancio per questa misura fiscale (che dovrebbe dipendere solo dalla generosità dei cittadini, non dai limiti imposti dallo Stato) 380 milioni: anche se i contribuenti dovessero donare con il loro 5 per mille 500 o 600 milioni al non profit e alle altre cause sociali (ipotesi possibile visti i numeri del 2011, con cui si erano sfiorati i 450 milioni), alle associazioni non arriverà niente di più di quella cifra. Uno scandalo che si ripete e contro il quale è possibile aderire all'iniziativa di Vita per eliminare proprio questo limite. C'è ancora tempo perché nel passaggio parlamentare le Camere intervengano a correggere la norma, almeno alzando il limite; poi bisognerà arrivare a una legge di definitiva stabilizzazione.
Cooperative sociali
Tra le altre misure presentate c'è poi lo scampato pericolo per le cooperative sociali: il governo ha infatti impegnato 130 milioni per evitare l'aumento dell'Iva per queste imprese (avrebbe dovuto passare dal 4 al 10%, mettendo in serio pericolo 40mila posti di lavoro e mezzo milione di assistiti), una mossa accolta positivamente dall'Alleanza delle cooperative sociali che si augura per bocca del presidente Guerini che lo stop sia "strutturale e definitivo".
Social Card
Viene infine incrementato il fondo per la social card, o meglio la Carta acquisti, portato a 250 milioni contro i 200 a disposizione per l'anno scorso. In alcune versioni della bozza circolata nelle scorse ore si preciserebbe che la carta acquisti non è più riservata solo ai cittadini italiani ma a "cittadini italiani o comunitari ovvero familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno in Europa per soggiornanti di lungo periodo".
 


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