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Famiglia & Minori

Anche la mente dei bambini si ammala

Secondo l'Oms la malattia psichiatrica colpisce un minore su 5 nell'età evolutiva. Contro gli stereotipi nasce Specchioriflesso.net il magazine online della Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù.

di Redazione

Uno su cinque. È questa l’incidenza, secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), della malattia psichiatrica tra bambini e adolescenti. Stringendo l’obiettivo all’Italia non va sottovalutato il fatto che il suicidio è la seconda causa di morte tra gli under 20 (la prima sono gli incidenti stradali).
Nell’ottica di superare pregiudizi, stigma e stereotipi sulla malattia mentale e creare invece una cultura della salute mentale tra gli adolescenti attraverso un’alleanza tra medici, pediatri, famiglie e insegnanti nascono nuovi strumenti per diffondere la cultura della salute mentale: una docufiction di Rai Educational “Disordini” e il magazine online specchioriflesso.net (nuovo sito della Neuropsichiatria dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

A fare da ponte tra docufiction e sito è la scuola: diversi istituti scolastici secondari di Roma e provincia hanno accolto l’invito a lavorare con i ragazzi sul tema della salute mentale, proponendo la visione della docufiction “Disordini” come inizio di un percorso didattico che porterà, attraverso il confronto nelle classi, alla produzione di elaborati che saranno pubblicati sul sito specchioriflesso.net.

«L’idea di questo lavoro con la Rai e con le scuole è nata proprio per far conoscere le malattie psichiatriche in adolescenza non solo a un pubblico di medici e psicologi, ma anche ai non addetti ai lavori: insegnanti, genitori e gli stessi ragazzi», spiega il professor Stefano Vicari, responsabile dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù. «Una nuova cultura della salute mentale per il bambino e per l’adolescente può aiutare a superare antichi pregiudizi e far nascere, finalmente, una cultura del benessere mentale che nel nostro Paese è ancora lontana da venire»

Le vicende raccontate in “Disordini” sono in gran parte la fedele trascrizione delle storie di alcuni ragazzi e ragazze che tra la fine del 2007 e l’inizio del 2013 si sono rivolti all’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù. Per non consentire un facile riconoscimento dei protagonisti e per rendere più romanzato il succedersi degli eventi sono solo state introdotte alcune varianti, irrilevanti dal punto di vista clinico.

Depressione (fino a 8 ragazzi su 100), anoressia (1 ragazza su 100), ma anche bulimia, disturbi della condotta, psicosi a insorgenza precocissima (cioè sotto i 10 anni) sono patologie frequenti che possono avere un esordio improvviso e imprevisto. Solo pregiudizio e ignoranza possono far pensare a un’esclusiva dell’età adulta per il disturbo mentale. Un altro stereotipo, spiega il professor Vicari «è che le malattie mentali, specie in età dello sviluppo, non siano malattie vere e proprie ma siano, piuttosto, l’espressione di un disagio ambientale, famigliare o sociale. Pertanto, la soluzione al disturbo andrebbe ricercata in una “ridefinizione” del contesto in cui il ragazzo vive. C’è una grande resistenza, culturale e ideologica, a trattare le malattie mentali proprio come ogni altra malattia, espressione di un anomalo funzionamento di un organo, in questo caso il cervello. Si è in fondo disposti ad accettare l’idea che il diabete nel bambino come nell’adulto sia fondamentalmente dovuto al “cattivo” funzionamento di un organo, il pancreas, o che l’ipotiroidismo sia l’espressione clinica di una ridotta attività della tiroide».

Timori e pregiudizi esistono anche nell’individuazione della cura, continua Vicari «nessuna persona ragionevole riterrebbe l’uso dell’insulina o dell’ormone tiroideo per la cura delle malattie citate nell’esempio, l’espressione delle politiche commerciali di case farmaceutiche. Perché allora, quando si tratta della malattia mentale di bambini o adolescenti tanti timori e pregiudizi? Certamente la malattia mentale fa paura e nel bambino ancora di più. Tutti vorremmo che l’infanzia e l’adolescenza fossero periodi felici, immacolati dell’esistenza. Certamente c’è stato in passato, e forse c’è tuttora, un eccesso nell’uso del farmaco: antibiotici, cortisonici, antistaminici, ecc. da fare temere un possibile abuso anche di psicofarmaci nell’infanzia».

Timore che al momento, assicura il professor Vicari è infondato: «In realtà, i dati a livello europeo e italiano in particolare, testimoniano il fatto contrario: negli ultimi anni l’uso di psicofarmaci in età pediatrica è andato via via riducendosi». Il responsabile dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù conclude la sua riflessione osservando infine che «sul tema della malattia mentale in età infantile si combatte una delle più lunghe battaglie ideologiche tra uno «psicologismo», spesso troppo superficiale, e uno «scientismo» a volte troppo demagogico. Una visione più laica, capace di porre al centro della scelta delle strategie di cura l’urgenza di interrompere la sofferenza del ragazzo, è assolutamente necessaria».


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