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5 per mille, un Letta molto contrariato

La sera del 6 novembre, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha parlato di 5 per mille partecipando all’assemblea di gruppo dei deputati del suo partito, il Pd, convocata per ‘fare il punto’ sulla Legge di Stabilità. E s'è mostrato contrariato dalle paginate “comprate” dalle associazioni e dai troppi emendamenti

di Ettore Colombo

Si torna a parlare di 5 per mille nelle stanze dei Palazzi della Politica romana. Dopo l’incontro organizzato da Vita lo scorso lunedì 4 nella bellisima sala delle Colonne tra le associazioni non profit e l’Intergruppo parlamentare per il Terzo settore (qui la cronaca), la sera del 6 novembre, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha parlato di 5 per mille partecipando all’assemblea di gruppo dei deputati del suo partito, il Pd, convocata per ‘fare il punto’ sulla Legge di Stabilità. Davanti ad alcune critiche ricevute e sollevate dai deputati proprio sull’esiguità dei fondi stanziati nella Finanziaria 2013 (400 milioni) che riducono al 4 per mille effettivo la volontà dei contribuenti, e sulla non ancora effettuata stabilizzazione del meccanismo stesso, Letta – raccontano alcuni testimoni oculari alla riunione – si sarebbe mostrato molto seccato dei rilievi e delle paginate “comprate” dalle associazioni non profit. Il seguito del discorso ha riguardato il rivendicare, sempre da parte del premier, la “prima volta” dell’inserimento in una Legge di Stabilità del 5 per mille stesso con una cifra certa (400 milioni appunto) nonostante le difficoltà della congiuntura economica-fiscale e l’asciuttezza di una manovra economica che deve ‘far quadrare i conti’.

Contrariato, forse per la raffica di emendamenti alla Legge di stabilità, la maggioranza dal suo partito, il Pd. A "infilzare" il governo, infatti, è stato il Partito democratico. Gli emendamenti presentati dal partito di Guglielmo Epifani sono 992, tra cui uno sull'innalzamento del tetto per il 5 per mille da 400 a 500 milioni, seguiti dagli 814 del Pdl, dai 112 dei Gal e dai 106 del Gruppo per le autonomie). L'opposizione, da parte sua, ne ha presentati 372 con la Lega, 283 col Movimento 5 Stelle (anche qui un emendamento sul 5 per mille) e 248 col Gruppo misto-Sel. Per un totale di 3.093 "richieste di modifica" alla manovra.

Rassicurante il commento di Baretta: «Il governo Letta ha salvaguardato le cooperative sociali dall'aumento dell'Iva, riconoscendo il grande valore di queste realtà e in particolare quelle che lavorano con le persone svantaggiate», ha detto il sottosegretario all'Economia e Finanze Pier Paolo Baretta. Nella legge di stabilità, «oltre ad aver evitato l'aumento dell'Iva, abbiamo rifinanziato il 5 x mille e il fondo per la non autosuffufficienza, con una cifra che vogliamo implementare. Bisogna consentire a queste realtà di reggere la competizione e di stare sul mercato come vere imprese ma, al tempo stesso, di mantenere la loro valenza sociale».

Intercettato dal sottoscritto nei corridoi di Montecitorio il deputato del Pdl Raffaello Vignali, già presidente della Cdo e (oggi) ‘alfaniano’ convinto nella conta interna che vede, dentro il Pdl-Fi, contrapporsi le ‘colombe’ (Alfano-Lupi&co.) ai  ‘lealisti’ (Fitto-Verdini-Santanché-etc.), Vignali ha ragionato come il premier e ha voluto replicare a chi mette in dubbio che l’Intergruppo per la Sussidiarietà (strumento presente da molte legislature, in Parlamento) ‘non si sia speso abbastanza’ a favore del 5 per mille così come il governo. “È la prima volta – spiega Vignali a Vita – che lo strumento del 5 per mille è inserito sin dall’inizio nel testo della Legge di Stabilità uscita dal cdm e non deve essere, come tutti gli altri anni, e con una cifra certa che nelle scorse legislature prevedva la metà e alcune volte persino nulla. Senza dire del fatto che, per la stabilizzazione, stiamo lavorando nell’ambito della delega fiscale. Rimane il dato di fatto: se il 5xmille esiste è merito dell’Intergruppo per la Sussidiarietà, non certo di chi arriva buon ultimo e cerca solo visibilità strumentalizzando le battaglie fatte da altri. Quattrocento milioni solo per il 2013 non sono affatto pochi perché i soldi mancano del tutto”. Lato Pdl, invece non si segnalano al momento emendamenti sul 5 per mille.


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