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Architettura sociale, uno studio italiano leader nel mondo

Hanno vinto nel 2013 tre premi internazionali per i loro progetti in Africa in collaborazione con Emergency. Sono i Tamassociati di Venezia. Ecco qual è la loro filosofia

di Giuseppe Frangi

Aga Khan Award for Architecture 2013, per l’uso migliore e sostenibile delle risorse nella costruzione dell’ospedale Salam (Sudan), Medaglia d’oro Giancarlo Ius, per la costruzione del centro pediatrico più sostenibile al mondo (Sudan). E ora anche il Curry stone design prize per le migliori realizzaizoni mondiali di social design. Sono i premi “sociali” vinti quest’anno da uno studio di architettura veneziano, Tamassociati.

Il Premio Aga Khan per l'Architettura, il più generoso riconoscimento del mondo con un premio di 1 milione di dollari, ha premiato lo studio per il Centro cardiochirurgico Salam di Khartoum, in Sudan, costruito da Emergency. La medaglia d’oro Giancarlo Ius era arrivata per per la progettazione e la costruzione del Paedriatic Centre di Port Sudan (Sudan), commissionato dalla ong Emergency per l'architettura innovativa e sostenibile sotto il profilo del risparmio energetico e dell’utilizzo delle energie rinnovabili.

Infine il Curry stone desgin prize ha premiato 5 realizzazioni di Tamassociati in Africa in Sudan, Sierra Leone e Repubblica Centrafricana, nelle quali sono stati curati gratuitamente oltre 700mila pazienti.

Lo studio Tamassociati è nato a Venezia da un’idea di Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso di creare un progetto collettivo che unisse professionisti nei campi dell'architettura, urbanistica e comunicazione sociale, attenendosi ai principi di una progettazione etica e responsabile.

«Ogni progetto è per noi un' occasione per riflettere su ruolo "civico" del nostro mestiere», hanno spiegato in un’intrvista ad archiportale.com. «Immaginiamo l'architettura come una parte importante del cosiddetto "bene comune". In ogni progetto la sfida ha preso forme e intensità diverse. Per questo motivo è difficile dire quale sia stato il progetto più arduo. Paradossalmente, se si considera la componente etica, è molto più facile sviluppare un progetto sociale in un contesto di necessità (ad esempio in un paese in guerra come il Darfur), piuttosto che tenere saldi i propri obbiettivi "civili" nel progetto per un nuovo insediamento produttivo».

Quanto alle loro esperienze africane, le vedono come una frontiera dio grande innovazione. «La convivenza tra la migliore sanità possibile e il miglior approccio ecologico», spiegano i Tamassociati, «rappresenta una delle grandi sfide del futuro, e non solo per il continente africano. L’esperienza africana ci insegna a immaginare la semplicità come una sintesi tra tecnologie moderne e tradizionali, capace di privilegiare buon senso, durevolezza e misura, in una strategia generale di riduzione del progetto, senza perdere di vista l’idea di benessere. La semplicità come strategia è stata ed è un modo per affrontare ogni decisione di natura tecnologica e impiantistica, che si riverbera in maniera sensibile sui costi finali dell’intervento e sugli oneri di manutenzione. Comportamenti volti al risparmio, sommati a una buona efficienza dell’edificio e a scelte energetiche appropriate, hanno permesso di raggiungere performance di eccellenza”.


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