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5 per mille, la battaglia continua alla Camera

Alla Commissione Bilancio è già pronto un emendamento per innalzare il tetto a 500 milioni, favorendone la copertura grazie all'estensione della Tobin Tax. Anche su altri temi cari al terzo settore i deputati più sensibili si stanno attrezzando per modificare la legge. Contro lo spettro di una nuova fiducia

di Gabriella Meroni

Dopo l'ok del Senato a una legge di stabilità che ignora volutamente molte istanze del terzo settore, in primis quella che punta all'innalzamento del tetto del 5 per mille, la pattuglia di deputati "sociali" è pronta a ripresentare molti emendamenti cassati a Palazzo Madama, primi tra tutti quelli che riguardano il 5 per mille.
"Presenteremo un emendamento analogo a quello, ritirato al Senato, che prevedeva di portare il limite di raccolta del 5 per mille a 500 milioni", assicura Luigi Bobba (Pd), che tra l'altro è membro proprio della Commissione Bilancio di Montecitorio. "Il testo prevedeva anche la copertura, proprio per evitare la bocciatura immediata: i milioni che mancano dovrebbero essere recuperati grazie all'estensione della Tobin Tax a tutte le transazioni finanziarie, secondo la proposta portata avanti dalla campagna zerozerocinque di Leonardo Becchetti".
Bobba, che si dice sicuro dell'appoggio del presidente della Commissione, il collega di partito Francesco Boccia, specifica che si è scelto di puntare sull'innalzamento del tetto e non sulla stabilizzazione definitiva della misura, anche per avere più speranze in termini di copertura.
Un altro deputato del Pd molto sensibile ai temi sociali, Edoardo Patriarca, spiega poi che anche molti altri colleghi – ma soprattutto quelli che aderiscono all'Intergruppo per il terzo settore, di cui Patriarca è uno dei coordinatori – sono già al lavoro per ripresentare emendamenti relativi ad altri temi cari al non profit, dall'aumento dei fondi sociali e per la non autosufficienza all'abolizione dell'imposta di registro per le onlus agli interventi in favore della lotta alla povertà. "Noi non ci fermiamo", dice Patriarca, "anche se temo un nuovo ricorso alla fiducia da parte del governo, e in quel caso non ci sarà niente da fare. E' importante comunque che in queste ore il livello di pressione sul palazzo da parte della società civile sia alto, altrimenti con l'aria che tira le tante istanze del terzo settore rischiano di finire un'altra volta inascoltate".
Nel frattempo come ci ricorda il nostro esperto Carlo Mazzini  se le cose non cambieranno (e non ci sono segnali in questo senso) fra qualche settimana un'altra mannaia si abbatterà sul non profit.
Il Governo ha infatti inserito all’art 17 (cc 2 e 3) – ora diventati art. 1, cc 371 e 372 –  una previsione che in sintesi dice che entro il 31 gennaio 2014 devono trovare il modo di risparmiare più di 400 milioni nel corso del 2014 attraverso la razionalizzazione delle detrazioni di cui all’art 15, c 1 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi). Questo al comma 2; al comma 3, sapendo di non doversi illudere sulle proprie capacità di produrre provvedimenti di tagli così ampi in tempi così ristretti, fanno uscire dal cilindro una valvola di salvaguardia nella quale dicono che se al 31 gennaio 2014 non sono raggiunti quegli importi:
  • – tutte le detrazioni di cui all’articolo 15, comma 1 passano al 18% di detraibilità a partire dall’anno in corso al 31 dicembre 2013 (ovvero il 2013)
  • – si abbassano (sempre per tutto il 2013) al 18% anche le altre disposizioni che sono riferibili all’art 15, comma 1
  • – a partire dal 2014 la percentuale si abbassa al 17% sia per quelle espresse al 15 comma 1 che per quelle riferibili al comma 1.

Il rischio concreto che il non profit corre è che le detrazioni ad associazioni di promozione sociale, associazioni sportive dilettantistiche si abbassino al 18% – fin da subito – e al 17% – a partire dal 2014. Mentre per le donazioni a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale (ONLUS), delle iniziative umanitarie, religiose o laiche passerebbe le detrazioni sarebbero portare dall'attuale 24% (che l'anno prossimo sarebbe dovuto salire al 26%) sempre al 18%.
 
 


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